CINECOMICS: HA ANCORA SENSO FARLI? – N-Files

29 Mar 2016

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

CINECOMICS: IL PASSAGGIO DAL FUMETTO ALLA PELLICOLA È SEMPRE UN SUCCESSO?

[/vc_column_text][vc_separator color=”custom” border_width=”4″ accent_color=”#dd3333″][vc_column_text]

Dopo aver visto Batman v Superman è venuto spontaneo chiederci come stia andando l’universo cinematografico dei fumetti; la critica ha decisamente bocciato la pellicola di Snyder, ma non è questo il giudizio che conta, visto che non sempre gli addetti ai lavori hanno saputo dare giudizi corretti. È la divisione all’interno del pubblico che interessa maggiormente; noi facciamo parte della minoranza (di poco, ma sono più gli estimatori del film) che ha qualche rimostranza sul lavoro fatto sulle due punte di diamante della DC.

Il film ha deluso le nostre aspettative, ma non possiamo dire che sia tutta colpa di Snyder; il regista può essere accusato di poco, visto che lui ha imposto il suo stile (che ho personalmente apprezzato in Watchmen e 300) e tutto sommato ha dato una visione sufficientemente gotica e oscura alla vicenda. Il vero problema dei cinecomics oggi sono gli sceneggiatori: nel caso di Batman v Superman, Terrio e Goyer hanno voluto fare troppo e male, cercando di mettere delle toppe in alcune parti senza riuscire a coprire le evidenti falle nel tessuto della storia. Non si possono però accusare senza attenuanti, visto che non sappiamo le pressioni a cui sono sottoposti.

[/vc_column_text][vc_column_text]

I CINECOMICS HANNO ANCORA SENSO? SECONDO NOI HANNO MOLTO DA DIRCI NEGLI ANNI A VENIRE, MA SERVE QUALCHE RIFLESSIONE

[/vc_column_text][vc_column_text]

Perchè al momento il filone che rende di più è quello dei cinecomics, e tutti vogliono lucrare il più possibile. La DC teme di esser arrivata tardi su un settore in cui la Disney, sfruttando la proprietà della Marvel, è ormai ben radicata. La maggioranza del pubblico associa cinecomics a prodotti come Iron Man o Capitan America, e con il primo Avengers la fidelizzazione del target era quasi totalmente in mano alla Marvel. Certo, la Dc ha potuto contare sul sicuro successo della Trilogia di Nolan dedicata al Cavaliere Oscuro, ma lo scarso successo interno di Man of Steel ha spaventato i vertici DC. Questa maggior attenzione all’incasso che non ad una fedeltà al fumetto si è vista in Batman v Superman, dove si cerca di coprire le difficoltà nella narrazione con la scusa che tutto verrà spiegato nei successivi film della saga; la realtà è che questa pellicola è frutto dell’indecisione di DC e Warner, che sono passati dall’idea di un Man of Steel 2 ad un film che mettesse in contrasto Bats e Supes, per poi trasformarlo in un all-in per lanciare la Justice League. Questa confusione ha minato un film che avrebbe potuto essere epico, ma che, punito da una promozione accattivante e senza pecche, ha voluto mostrare troppo, vittima di questa gare all’incasso che uccide le storie.

Perchè anche la Marvel ha le sue pecche, ammettiamolo!

[/vc_column_text][vc_single_image image=”17331″ img_size=”full” alignment=”center” onclick=”link_image”][vc_column_text]

La Casa delle Idee ha iniziato il suo MCU alla grande, con un Iron Man stupendo, cui ha aggiunto Hulk, Capitan America il primo Vendicatore (la pellicola meno riuscita della Fase Uno) e Thor; tutto è stato seguito dalla mente attenta di Joss Whedon, che ha strutturato l’intera visione cinematografica della Marvel. Però anche in casa Disney si è voluto strafare, ovvero lanciare troppi film nel minor tempo possibile; il primo Avengers è stato stupendo, eccezionale, ma già con Iron Man 3 si è visto come la situazione stesse prendendo una piega meno fedele al comic e più virata ad allargare l’utenza, rendendo i cinecomics Marvel più infantili e più improntati alla comicità. Il punto più basso si è toccato con la visione del Mandarino, uno dei nemici storici di Iron Man, ridotto ad una macchietta. L’errore è stato così grossolano che la Marvel ha tentato di rimediare con un corto (inserito nel blu ray di Thor: The Dark World, se ben ricordo) in cui si cercava di correggere questa pecca tremenda.

[/vc_column_text][vc_row_inner][vc_column_inner width=”1/2″][vc_single_image image=”5522″ img_size=”full” alignment=”center” onclick=”link_image”][/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1/2″][vc_single_image image=”17330″ img_size=”full” alignment=”center” onclick=”link_image”][/vc_column_inner][/vc_row_inner][vc_column_text]

Il vero problema è che non è facile riuscire a trasporre decenni di storie cartacee in due ore di film. I fan più accaniti (come il sottoscritto) sono pronti a criticare, a fare i puntigliosi e a massacrare una pellicola anche per il minimo errore; ci sono poi i lettori che, pur di vedere le avventure del proprio beniamino al cinema, accettano tutto, spaventati di perdere questo mondo. La posizione giusta sarebbe quella intermedia, come sempre; ma i veri fortunati sono coloro che vedono questi personaggi per la prima volta, arrivando vergini al primo incontro con Iron Man o Superman, senza venire afflitti dallo scomodo paragone fumetto-film. Perchè è il paragone il nemico, è lì che il cinecomics patisce maggiormente; è inevitabile, non si potrà mai superare questo scoglio, perchè il lettore arriva al cinema con un bagaglio di storie e saghe decennali che hanno definito psicologia e anima dei personaggi, che lo condizionano a vedere sullo schermo un determinato personaggio compiere determinate azioni. È l’errore che anche io ho fatto per tutta la Fase Uno del MCU, la mia critica agli sceneggiatori, ed ero nel torto; perchè gli universi cinematografici (da X-Men a Man of Steel) devono essere visti come dei nuovi punti di partenza, slegati alla vita editoriale precedente dei personaggi.

[/vc_column_text][vc_column_text]

Gli sceneggiatori e i registi devono poter lavorare fuori dalle gabbie imposte dalla visione dei fan, ma esser liberi di proporre la propria versione degli eroi; ovviamente, ci deve essere un rispetto a certi dettami tipici del personaggio, le storie devono avere un senso ed uno svolgimento logico, creando un universo coerente e non schiavo di sole logiche di mercato. In questo senso, il più libero di questi cinecomics è proprio Batman v Superman, che non ha sminuito la propria natura dark e violenta per avvicinarsi ad un pubblico più giovane (come avvenuto con Iron Man 3) ma ha cercato di mantenere una certa coerenza, tentativo lodevole anche se solo parzialmente riuscito.

[/vc_column_text][vc_single_image image=”10241″ img_size=”full” alignment=”center” onclick=”link_image”][vc_column_text]

La Marvel ha però un aspetto che manca alla DC, la continuità tra cinema e serial. Sembra un aspetto trascurabile, eppure ha una sua importanza primaria; in tutta la serie di Agents of S.H.I.E.L.D., ad esempio, gli agenti di Coulson hanno dato un maggior spessore ed approfondimento alle tematiche dei film al cinema, con la massima aderenza nelle vicende della caduta dell’agenzia di Coulson e Fury per mano dell’Hydra. Anche i nuovi serial su Netflix (Daredevil e Jessica Jones) sono ricchi di riferimenti agli eventi del MCU, il che crea non solo un universo organico, ma consente agli sceneggiatori di poter spiegare maggiormente vari aspetti delle storie.

In DC hanno optato per ben tre diversi scenari: uno al cinema, uno che segua le vicende di quattro serial (Arrow, The Flash, Supergirl e Legends of Tomorrow) e uno che mostra l’inizio delle avventure del giovane James Gordon in Gotham. Qui la confusione aumenta, ed in modo incomprensibile: perchè voler spezzettare le proprie idee in così tanti modi? Offrendo allo spettatore una così ampia gamma di orizzonti narrativi divisi e inconciliabili è una complicazione scriteriata, maggiormente complicata dalla comparsa a breve del film corale della Justice League in cui tutti questi eroi si troveranno a combattere assieme. A mio avviso è più coerente la scelta della Marvel di creare un unico ambiente in cui far muovere i propri eroi, anche spalmandolo tra piccolo e grande schermo; l’idea della DC è invece una pessima idea, che va a ledere un’organicità che sarebbe invece una necessità sia per poter approfondire le storie che per aiutare lo spettatore ad appassionarsi alle vicende dei supereroi.

[/vc_column_text][vc_column_text]

Il mondo dei cinecomics è al momento troppo sfruttato dalle major, il che non significa che il genere sia giunto alla sua fine; finchè il pubblico vuole storie che riguardino i supereroi allora il filone dei fumetti al cinema ha diritto di esistere, ma andrebbe gestito meglio. L’ideale sarebbe ridurre questa frequenza di uscite, lasciando tempo agli sceneggiatori di studiare meglio i personaggi e creare trame che siano effettivamente degne di un blockbuster; dall’altra parte, noi fan di vecchia data dei fumetti dobbiamo accettare che le trasposizioni cinematografiche dei nostri beniamini non siano delle fotocopie dei comics letti, ma che siano nuove visioni di personaggi a noi noti. Il futuro dei cinecomics è in mano non solo ai creatori delle pellicole, ma anche a noi appassionati, che abbiamo il dovere non solo di goderci le avventure dei nostri eroi ma soprattutto di riconoscere a sceneggiatori e registi non solo colpe, ma anche i meriti e soprattutto il coraggio di mettersi alla prova con i cinecomics.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Lascia un commento