DYLAN DOG N.364 “GLI ANNI SELVAGGI” – Recensione

NELL'ULTIMO PERIODO STIAMO SCOPRENDO MOLTO DEL PASSATO DI DYLAN, MA È DAVVERO NECESSARIO? 

3 Gen 2017

Dilan Dog gli anni selvaggi recensione

Bentornati Gaters! Oggi vi parlo delle mie impressioni riguardo il Dylan Dog n.364 Gli anni selvaggi. In queste pagine il tandem Baraldi – Mari ricostruisce un pezzo del passato “selvaggio” di Dylan. Una storia importante che aggiunge elementi di peso nel background di uno dei personaggi più importanti della scuderia Bonelli, una grossa responsabilità che la Baraldi raccoglie senza particolari problemi referenziali, coadiuvata dai disegni eccezionali di un maestro del calibro di Nicola Mari.

In questa storia il tema musicale è ricorrente, percorriamo il passato di un giovane Dylan, ancor prima del suo arruolamento in Polizia. Un passato segnato dalla musica e dall’amicizia con Vincent Left, un musicista, frontman di talento del gruppo rock “Bloody Hell”. Dylan si occupa di trovare date, discutere di ingaggi e accompagnare la band ai concerti, tutto sembra filare liscio per la giovane band fino a quando si presenta un manager che bussa alla loro porta, promettendo soldi e grandi palcoscenici. Non posso andare avanti altrimenti vi rovinerei la sorpresa ma è stata una curiosa immersione in questo scorcio di vita vissuta da Dylan, Nicola Mari è stato davvero bravo nel rappresentare con un cambio di stile convincente queste vicende del passato.

Dylan Dog gli anni selvaggi recensione

Mi pongo questa domanda perché Sclavi ha sempre giocato molto sul “non detto” del passato di Dylan, lasciando ai lettori molta curiosità e creando quelle aspettative e quell’alone di mistero che ha contribuito a rendere cosi affascinante questo personaggio. Non so se per cercare nuove strade narrative o per mancanza di idee originali ma sembra che giocare con l’inventare storie sul passato del Nostro possa essere una sorta di calcio d’angolo, in attesa di nuove illuminazioni. Adesso sappiamo i motivi che lo hanno spinto ad arruolarsi in Polizia, il suo miglior amico da giovane, il periodo di disintossicazione e l’origine del motto “quinto senso e mezzo”. Bene un altro pezzo di affascinante curiosità che possiamo archiviare. Sia chiaro che non sono contro questo genere di operazioni, ma ultimamente mi sembra che ci si stia battendo un po troppo il martello, vedi Cose Perdute. Mi sembra che ci siano davvero troppe spiegazioni, troppi è-andata-così, non mi sembra ce ne sia la reale necessità. Come lettore mi aspetto da Dylan Dog storie horror, dove sono finite queste storie? Come recensione si parla di un gusto personale e penso che questo 2016 ci abbia regalato delle belle storie, e ben 2 sono state inerite nella top 10 dei fumetti italiani del 2016 da Astartes.

Dylan Dog gli anni selvaggi recensione

A parte questa mia personale presa di posizione sul contenuto, devo dire che la storia è scritta bene con continui flashback che rendono la lettura dinamica senza mai annoiare. I personaggi hanno una caratterizzazione e rivestono un ruolo importante, non recitano la semplice parte di comparse, soprattutto i membri della band “Bloody Hell” anche se abbastanza stereotipati.

CONCLUSIONI: In questa storia troviamo amicizia, amore, speranza ma anche disillusione e lo scontro con la dura realtà. I disegni di mari reggono molto bene la storyline, aiutando il lettore a mantenere la rotta durante la lettura nonostante i numerosi flashback. Un plauso, a Cavenago che anche questo mese disegna una copertina davvero di impatto, molto adeguata alla storia e con una scelta cromatica davvero impeccabile. Restiamo in attesa di leggere il prossimo numero in uscita il 29 gennaio con dal titolo: Cronodramma.

VOTO FINALE: 6.5

SCHEDA FUMETTO

  • DATA RILASCIO: 28.12.2016
  • SOGGETTO: Barbara Baraldi
  • SCENEGGIATURA: Barbara Baraldi
  • DISEGNI: Nicola Mari
  • COLORI:
  • CASA EDITRICE: Sergio Bonelli editore
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