IL PANORAMA VIDEOLUDICO – N-Files

IL PANORAMA VIDEOLUDICO: EVOLUZIONE SANA O NO?

Davide Fia 30 Gen 2017

Il mondo dei videogiochi è sempre stato un settore dove la parola chiave è sempre stata evoluzione. Se pensiamo che si è partiti da videogiochi piatti, in cui una pallina quadrata rimbalzava tra due stecche altrettanto piatte e si è arrivati ad entrare in prima persona nei mondi di gioco tramite i visori VR, ci rendiamo conto di quanto ci si sia evoluti negli anni.

I videogiochi hanno accompagnato ognuno di noi in mondi fantastici, ci hanno portato per mano lungo paesaggi meravigliosi, storie intense e ben congegnate, ci hanno trasmesso valori che a scuola provano a trasmettere da secoli, ma con molto meno divertimento e risultato. Il sacrificio, l’amicizia, la rinuncia, il rispetto sono solo alcuni dei valori che possiamo trovare in molti giochi, che ha detta del mondo dei media alienerebbero i ragazzi e li renderebbero socialmente fragili ed alcuni videogiochi addirittura violenti. Ma cazzate da Tg di terza categoria a parte, sappiamo bene che in questi mondi fantastici abbiamo sempre avuto la possibilità di vivere avventure grandiose, di diventare eroi dai mille poteri, o di poter affrontare interi eserciti con le nostre forze.

Ore ed ore passate con i nostri personaggi preferiti ad imparare quelle lezioni di vita che i genitori tentano di insegnarci quotidianamente ma che nei nostri titoli preferiti trovavamo ed apprendevamo quasi inconsciamente. Follia? Assolutamente no, l’unica follia è parlare di videogiochi stigmatizzando i ragazzi che ci giocano e facendoli sembrare dei socialmente disturbati. Sarete mentalmente sani voi che guardate Pomeriggio 5 o il Grande Fratello. (ed ovviamente sono ironico)


UN VIDEOGIOCO STIMOLA LA FANTASIA E LA VOGLIA DI SFIDA PORTANDO LA MENTE AD ESSERE APERTA ALLE IMPRESE DI TUTTI I GIORNI


Un panorama controverso quello dei videogiochi, che comunque è riuscito a tagliarsi il suo spazio nella società. Ha attraversato tante fasi, dal single player al multiplayer locale, all’online gaming, passando per tanti step diverse, ma che questo articolo non vuole analizzare.

La vera domanda è: ma com’è il panorama videoludico attuale? Da videogiocatore accanito, che ha guardato sempre a questo mondo con occhio critico, non posso che dire: abbastanza brutto! Personalmente ritengo che negli anni, si siano perse tante caratteristiche peculiari dei videogame. Partiamo dal fatto che una volta definirsi Nerd e/o videgiocatore non era un vanto, ma motivo di prese in giro ed emarginazione.

Da quando queste due parole sono diventate fighe, chiunque abbia anche solo una volta schiacciato on su una console, ha cominciato a definirsi nerd o videogiocatore. Questo ha fatto fare il boom ai videogiochi, che prima erano per una ristretta cerchia di utenza e dopo sono diventati un prodotto di consumo comune accessibile a tutti. Qui entrano in scena i big money. Con questo boom infatti all’interno del panorama videoludico hanno cominciato a girare tantissimi soldi e si sa quando entrano i soldi in campo va tutto a puttane.

Questo processo ha portato le case di videogame ad abbassare il trend, poiché circa il 60% dell’utenza degli ultimi 8/10 anni si autodefinisce videogiocatore ma non lo è, quindi se un gioco non è accessibile e di facile lettura non lo compra. La tragedia inizia proprio da ipso facto. La morte dei videogame arriva sotto forma di utenza inesperta.

Le case videoludiche si rendono conto che per vendere un gioco non può essere troppo difficile perché per chi non ha skill o pazienza per acquisirne un po’, si stanca subito poiché il gioco diventa frustrante da giocare e quindi il titolo non vende. Notti passate a capire come sconfiggere quel determinato boss, giorni e giorni ad accumulare esperienza e oggetti per aumentare l’inventario e non essere one shottati, ore spese a raccogliere vite per non riniziare i livelli da zero, tutto cancellato da quel 60% di utenza che titoli richiedenti questo tipo di impegno non li avrebbero mai giocati e di conseguenza comprati.

Cosa ha portato tutto questo? Due “invenzioni” che hanno dato il colpo di grazia definitivo ai videogiochi: la Nintendo Wii e Minecraft. Partiamo dalla prima, la Nintendo Wii ha portato un nuovo modo di giocare, niente grafica, niente lore, niente sfida, niente difficoltà solo minigiochi in cui ti muovi tu in prima persona e pensa un po’? Puoi sfidare gli amici!!! WOOOOOOOOOOOOW!! Il successo temporaneo di questa console ha portato anche le altre ad inventarsi dei sistemi per interagire in prima persona col gioco, da quel momento niente è stato più come prima. I giochi hanno cominciato ad avere gradi di difficoltà sempre minori, sempre meno cura delle lore e delle ambientazioni, tanto sarebbe bastato che il giocatore piegando il braccio facesse piegare lo stesso braccio anche al personaggio nel gioco per renderlo soddisfatto.


TROPPI MONEY, RIDUCONO IL MERCATO AD UNIFORME AMMASSO DI NULLA


Questo processo ha portato tutti i videogame ad abbassare il tiro, quindi la difficoltà. In questo panorama di sfida nulla, arriva la sentenza di morte: Minecraft. Ebbene sì Minecraft è il colpo di grazia inferto ai videogame e di conseguenza a tutti i videogiocatori. Il gioco perfetto per quel 60% di utenza, che non deve neanche più sforzarsi o impegnarsi, con Minecraft non serve più la sfida, non serve più mettere impegno nei giochi, basta metterci tempo. Il tempo diventa il padrone incontrastato dei videogame.

Così lentamente nella mente di tutti si instilla la più grande contraddizione di sempre: più tempo ci vuole a finire un gioco più quest’ultimo è difficile. Questa è la boiata più grande, ma che mette la parola fine ai videogame. Infatti nel suddetto gioco, non servirà bravura, non servirà essere bravi a fare qualcosa, non ci saranno sfide da completare o eventi che richiedono una skill particolare, vi basterà avere tempo. Farmando, craftando ed esplorando otterrete tutto ciò che vorrete, con ore e ore di gioco, arriverete dove vorrete. Non si può realmente perdere…poiché non si può realmente vincere. Questa è la più grande sconfitta di chi come me, ha coltivato questa passione.

Tutto questo ha portato le grandi case produttrici di videogame ad un punto morto. Le idee scarseggiano e ormai si pompano gli stessi titoli da anni ed anni. Non vengono più annunciati grandi titoli nuovi, vengono semplicemente presi i soliti, ci si aggiunge un numero in ordine crescente o un sottotitolo d’impatto e si piazza un trailer su Youtube. Quando la numerazione eccede il 3 o 4 si passa a modificare una parola nel titolo originale ed è tutto come nuovo. Ed il prezzo? Bé quello va sempre rinfrescato e alzato ovviamente! Tanto ha il titolo della saga più cool, quindi 69€ sono il giusto! Se le case produttrici deludono, c’è chi ancora nei videogame ci crede e prova ad investire idee nuove. Sto parlando delle case Indie.

Ormai allo stato attuale gli unici in grado di risollevare il panorama videoludico, a mio avviso, sono le case Indie. Non è semplice creare senza gorssi fondi un videogame e farlo bene, soprattutto bisogna scontrarsi col pubblico infatti molte case producono sandbox alla Minecraft, ma implementati da lore e storie più o meno interessanti. Molte case Indie stanno riportando in auge i videogame a scorrimento orizzontale, dando elevatissimi gradi di sfida ai giocatori, altri si lanciano in altre direzioni, nuove e inesplorate. Questo è quello che a me piace vedere, giochi che si spingono fuori dalla comfort zone creata da un pubblico inetto e incapace di giocare a qualsiasi cosa più complessa di un Solitario.

Se ci sarà una speranza per tutti gli appassionati di videogiochi, probabilmente arriverà proprio dagli indipendenti, la mia speranza è di poter tornare a vedere giochi belli, ma non graficamente. Giochi belli perché difficili da giocare, giochi che ti fanno innervosire perché rimani bloccato in un punto e non puoi andare avanti senza diventare più forte, giochi che mi facciano dire WOW, chissà cosa sta per succedere, giochi che mi mettano la voglia di giocare non a tempo perso, ma quando il tempo non ce l’ho!

Forse è solo il lamento di un videogiocatore stanco, che inquadra il panorama troppo negativamente o forse è qualcosa di vicino alla realtà ma che non vogliamo ammettere, in ogni caso questo è il mio punto di vista. Mi piacerebbe molto sapere voi cosa ne pensate e come vedete questo panorama videoludico ad oggi.

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commenti

  1. DevilChry ha detto:

    Non sono d’accordo praticamente con niente dell’articolo… e posso dire di videogiocare da più di due decadi consapevolmente… diamine quando ho iniziato ancora bastavano 200 lire per avviare il cabinato del primo street fighter o quello di shinobi.

    Ci sono i soliti luoghi comuni figli di una visione errata. In primis la difficoltà e l’abilità non hanno niente a che vedere con la passione per i videogiochi. Ognuno di noi è un mondo a se, c’è chi preferisce i giochi difficili e chi quelli facili e magari profondamente narrativi… e poi… siamo bravi tutti in qualunque gioco? Io se compro un nuovo picchiaduro 3D la prima cosa che faccio è impostare la difficoltà massima solo per passarmi il tempo, poi mi lancio online e mi sembra di essere il gatto coi topi, in genere ho una percentuale vittorie ancorata sopra all’80%… in ogni picchiaduro 3D. Se poi però carico un FPS prendo calci nei denti anche da bimbi di dieci anni, non a caso mi gioco Halo in modalità facile o normale per godermi la storia e questo dovrebbe fare di me un non appassionato? Non credo.

    L’errore poi procede e la visione si distorce ancora di più quando si accusano gli utenti del wii e il wii stesso di aver cambiato profondamente il mercato o di esserne il risultato. No. Il Wii è stata una parentesi di un’utenza che non ha influito niente sul versante dei giochi destinati, in teoria, a noi appassionati. Ho incontrato persone che accusavano l’utente medio del wii per il fatto che resident evil 5 e 6 non fanno più paura… lol… nemmeno sono usciti su wii e l’utente medio del wii nemmeno è al corrente della loro esistenza. Sai che colpa che ne ha…

    Un articolo davvero sbagliato, che parte magari da un concetto giusto, evoluzione e contro dell’espansione del mercato, ma che si arena su concetti infondati e su di una visione distorta della realtà. Il colmo sarebbe poi se l’autore, dopo questa critica aperta all’utenza moderna, fosse uno di quelli cresciuti a pane e playstation, seguendo le mode del passato, comprando solo i giochi più commerciali e famosi come spyro, crash bandicoot, tekken ecc ecc, per passare poi a Ps2 con GTA San Andreas, Need for speed, Final Fantasy X e compagnia cantante. Ma questo non posso saperlo, quindi mi astengo dal procedere oltre.

    Ho detto tante volte queste cose che sono quasi stanco. Ho pronto un video che uscirà su Youtube nel breve periodo. Sarei felicissimo se l’autore di questo articolo mi contattasse, anche in privato, per poter discutere della questione e magari dopo aver visto il video che uscirà ancora però non so quando.

    Mi trova su Facebook come “Christian DevilChry” o direttamente su youtube ma non inserisco ne link ne indicazioni per non sembrare lo spammer di turno, non è questo il mio intento.

    1. Davide Fia ha detto:

      Buongiorno, mi piacerebbe sicuramente approfondire in privato il discorso, sarebbe sicuramente stimolante, le scrivo in privato sulla pagina da lei indicata. Grazie e complimenti per i video su Youtube li ho sempre trovati molto interessanti 🙂

  2. Michele Bertolini ha detto:

    Overwatch -> 25 milioni di giocatori, ultracompetitivo.

    1. Davide Fia ha detto:

      Chiaramente, ma non parliamo di e-sports e scena competitiva in questo pezzo (mi pare), verrà trattato sicuramente in un altro articolo!

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