LANTERN CITY 1 – Recensione

ABISSI D'ACCIAIO

23 Feb 2017

Adoro lo steampunk, da sempre. Mi piace l’ambientazione, l’idea di base, la trovo incredibilmente affascinante, quasi plausibile nella sua ricerca di sfruttamento di una tecnologia che ormai appartiene a un passato che potrei definire remoto, visto l’incedere spedito del progresso moderno. Se poi aggiungiamo lo stile vittoriano che contraddistingue questa corrente della sci-fi, ecco che il gioco è fatto; il problema è che ci sono pochi fumetti degni di tal nome a dare vita a una simile ambientazione, tanto che negli ultimi tempi il solo esempio che mi viene in mente è Steam Pirate’s Railroad di Manfont, oltre ad un’ottima incursione nello steampunk vista nello spin-off di Nathan Never, Universo Alfa- Dipartimento 51.

Fortunatamente l’altro giorno passo in edicola, e mi finisce l’occhio sullo scaffale dove troneggiano i volumi di Editoriale Cosmo. Tra un Grosso guaio a Chinatown e Fuga da New York, ecco che spunta il primo numero di Lantern City, che già dal titolo ha una sua bella attrattiva: Abissi d’acciaio.


“LE COSE NON CAMBIANO…SE NON LE FAI CAMBIARE” È IL MOTTO DI LANTERN CITY!


Ora, se io leggo Abissi d’acciaio vado in sbattimento perché subito ripenso ad Asimov, ma questo titolo incarna perfettamente lo spirito del primo numero di Lantern City. La complessità di questa storia nasce dal fatto che siamo di fronta ad un progetto che si estende su più media, di cui la miniserie a fumetti in tre numeri è solo una parte; come spiegato nell’incipit dell’albo, è già in lavorazione una serie tv, ma soprattutto attraverso il sito ufficiale  possiamo scoprire tutta la profondità di questo mondo creato da Bruce Boxleitner.  Abissi d’acciaio ha il compito di dare al lettore il benvenuto in Lantern City, una megalopoli steampunk in cui compaiono i dettami del genere, resi alla perfezione. La suddivisione in caste, lo sfruttamento di una classe operaia e il ferreo giogo di un’elite che domina tutto dalla vetta delle proprie torri rappresenta solo l’ossatura della storia, che viene arricchita dalla figura di Sander Jorve.

Jorve è appartente alla categoria più bassa dei cittadini, i lavoratori, costretti in una semi-schiavitù, relegati in una zona abitativa poco più alta dei bassifondi, costretti ad ammirare con rabbia e invidia le luminose guglie della città alta dove si rifugia l’oligarchia al comando. Sander cerca di non alzare la testa, di fare di tutto per mantenere la propria famiglia, resistendo all’impulso di aderire al movimento clandestino di ribellione, guidato dal cognato. Ma come reagirebbe se venisse il momento in cui non si può sottrarre a questa responsabilità? Da questo spunto prende il via l’avventura del disilluso Jorve, costretto a diventare simbolo stesso di un regime che detesta, vivendolo dall’interno, pedina e giocatore al contempo di una lotta politica che nessuno avrebbe mai immaginato, nelle profondità di Lantern City.  La trama di Abissi d’acciaio è sorprendente, soprattutto per via della complessità sociale creata e di come si intersechi alla perfezione con le vite dei protagonisti; l’ingresso di Jorve in un mondo fin’ora solo visto attraverso gli stereotipi di una propaganda faziosa diventa il momento in cui Sander scopre come non tutto sia ciò che sembra. La lotta per la sopravvivenza di tutti i protagonisti mette a dura prova ideali e ideologie, scoprendo le diverse macchinazioni che animano la vita politica, pubblica o sommersa, di Lantern City. Un traguardo non facile da realizzare, visto che la trama di Abissi d’acciaio è un’opera corale di diversi autori, con una staffetta che ha visto per ogni capitolo un duo di sceneggiatori che hanno guidato Sander nel suo percorso; il risultato è sorprendente, l’organicità e continuità del racconto non risente minimamente del passaggio delle consegne, ma anzi risulta incredibilmente lineare e fluido.

Il tutto reso con uno stile magistrale dal punto di vista grafico. I disegni di Carlos Magno sono stupendi, incredibili nel presentare il mondo di Lantern City in un’ottica steampunk innovativa ma fedele ai concetti di base dell’ambientazione. La struttura a livelli della cittò, l’aspetto da prima rivoluzione industriale sono dati alla perfezione, così come sono realistici i personaggi, sia nei primi piani che nelle scene d’azione, numerose e ben inserite nel contesto narrativo. C’è un aspetto che merita però una menzione speciale, ovvero il lavoro di Chris Blythe, il colorista; dovere trasmettere il senso di oppressione non solo sociale ma anche emotiva, il cupo ambiente in cui si muovono i personaggi e le rare occasioni in cui le luci la fanno da padrone non è un’opera da poco, ma tutta il sottinteso emotivo viene esaltato dai colori di Blythe.

CONCLUSIONI: Il secondo albo di Lantern City ci attende in edicola il 23 marzo, sempre a colori all'interno della collana Cosmo Pocket.

VOTO FINALE: 7

SCHEDA FUMETTO

  • DATA RILASCIO: 16.02.2016
  • SOGGETTO: Trevro Crafts, Matthew Daley, Bruce Boxleitner, Paul Jenkins, Matthew Daley, Mairghread Scott
  • SCENEGGIATURA: Trevro Crafts, Matthew Daley, Bruce Boxleitner, Paul Jenkins, Matthew Daley, Mairghread Scott
  • DISEGNI: Carlos Magno
  • COLORI: Chris Blythe
  • CASA EDITRICE: Editoriale Cosmo
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