L’UOMO DI MARTE

11 Nov 2015

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THE MARTIAN: IL SOPRAVVISSUTO: GUIDA ALLA SOPRAVVIVENZA SU MARTE!

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Quest’anno Marte è stato lo scenario silenzioso del film di Ridley Scott The Martian, in cui Matt Damon interpreta un astronauta rimasto intrappolato sulla superficie del pianeta rosso, abbandonato per errore dai suoi compagni durante una fuga d’emergenza da Marte.

Il film è stato preceduto da un’intensa campagna pubblicitaria, come se il binomio Scott-Damon ne avesse bisogno, ma in poche occasioni è comparso il nome di Andy Weir.

[/vc_column_text][vc_custom_heading text=”Ecco il geniale autore di L’uomo di Marte, Andy Weir
” font_container=”tag:p|font_size:14|text_align:center|color:%23dd3333″ google_fonts=”font_family:Roboto%20Slab%3A100%2C300%2Cregular%2C700|font_style:400%20regular%3A400%3Anormal”][vc_single_image image=”10610″ img_size=”full” alignment=”center”][vc_column_text]

Per chi non lo sapesse, Andy Weir è autore del romanzo da cui è tratto il suddetto film.

Come spesso accade, quando un film trae ispirazione da un libro finisce per eclissarne l’importanza, come se per il grande pubblico il cartaceo fosse un universo minore, evanescente di fronte alla potenza di uno schermo del cinema; è un vero peccato, perché questa mentalità rischia di far sparire degli autori in grado di creare storie eccezionali!

The Martian compare inizialmente come ebook autoprodotto dall’autore nel 2011, ma ottiene un successo così ampio da venire ripubblicato in formato cartaceo nel 2014, anno in cui viene anche tradotto in Italia.

Personalmente ne ignoravo l’esistenza finchè non l’ho scoperto sullo scaffale di un supermercato (per una volta accompagnare la moglie a fare la spesa ha dato i suoi frutti!), attirato dalla copertina in cui compare la facciona di Matt Damon; peccato che questa furbata sia una mezza ruberia, visto che ad un prezzo inferiore si trova lo stesso libro con il primo titolo italiano, L’uomo di Marte.

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UNA STORIA EMOZIONANTE CHE RISCHIAVA DI FINIRE NELL’OBLIO, SALVATA DA UN FILM, MA CHISSA’ QUANTE OTTIME STORIE NON HANNO LA STESSA FORTUNA!


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Incassata la sola del sabato pomeriggio, mi metto comodo e mi avventuro su Marte con il sopravvissuto.

In un futuro prossimo la NASA riesce ad organizzare la prima spedizione umana sul pianeta rosso, missione cui prende parte anche Mark Watney, ingegnere meccanico e botanico della spedizione Ares 3; in queste spedizioni è previsto che tutti ricoprano due incarichi, in modo da massimizzare l’esperienza in queste missioni.

La missione sembra procedere bene fino al sesto giorno (nel gergo di noi astronauti si dice Sol6, lo sapevate?), quando a causa di un forte tempesta di sabbia viene dato il comando di abortire la missione; gli astronauti si preparano ad abbandonare il pianeta, ma durante il breve percorso verso la navetta di salvataggio, Watney viene colpito da un’antenna e allontanato dai suoi compagni; gli astronauti cercano in ogni modo di recuperare il povero Watney, ma per un guasto alla sua tuta ricevono dati che ne certificano la morte, decidendo di partire senza perdere altro tempo.

Ma sorpresa, Mark è ancora vivo e riesce a tonare alla base della missione, l’HAB, all’interno del quale dovrà organizzarsi per sopravvivere; naturalmente il primo avversario da sconfiggere è la sfortuna, visto che durante la tempesta viene distrutta anche l’antenna per le comunicazioni che consentiva alla missione Ares 3 di contattare il controllo missione sulla Terra!

Da questo momento inizia una vera odissea, in Mark deve far fronte ad ogni genere di problema, dal procacciarsi il cibo al difendersi dal gelo marziano, ma soprattutto deve affrontare il peggior nemico: la rassegnazione!

La vita di Mark su Marte ci viene raccontata tramite il suo diario di bordo, che scandisce il lento passare del tempo e ci tiene al corrente non solo dei tentativi di Watney di sopravvivere, ma ci apre uno spiraglio nei suoi pensieri; nelle prima pagine del libro, Weir lascia spazio alla rassegnazione e allo sconforto del naufrago, senza però mai dar alle parole di Mark un senso di accusa verso i suoi compagni. Anche nel momento di massima disperazione, il sopravvissuto ha un pensiero di conforto per i suoi colleghi, in cui raccomanda loro di non sentirsi in colpa.

Il carattere di Mark Watney è saldo come una roccia, specialmente vista la situazione; è intraprendente, cerca di mettere a buon uso le proprie conoscenze scientifiche e le scarse risorse a sua disposizione; il suo lato umoristico e ironico gli consente di restare attaccato alla via anche nelle situazioni più disperate, e Marte non è certo avaro nel trovare nuovi modi per ucciderlo!

Weir riesce a creare un’empatia fra il lettore e il suo protagonista, un legame così saldo che non riuscivo a staccarmi dal volume, curioso di saper come Mark avrebbe risolto l’ennesimo problema o quale nuova sfida Marte gli avrebbe imposto, maledetto pianeta ingrato!

Ma in L’uomo di Marte non seguiamo solo la lotta di Watney, veniamo portati nel centro di comando della NASA dove uomini e donne cercano di fare del loro meglio per organizzare una missione di salvataggio.

Anche in questi brevi brani, dove la narrazione passa alla terza persona, Weir riesce ad imprimere ai suoi personaggi delle personalità ben definite, rendendoli protagonisti a pieno titolo della vicenda; è questo il merito dell’autore, il sapere creare un intero cast che sappia animare la vicenda senza perdere di credibilità, rendendo la vita ai suoi personaggi quanto più complicata possibile.

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WATNEY NON E’ IL SOLO A DAR VITA AD UN’AVVENTURA EMOZIONANTE, ANCHE I SUOI COLLEGHI DELLA NASA AIUTANO A CREARE UN MOSAICO DI PERSONAGGI VITALI E MAGNETICO CHE CI TERRA’ INCOLLATI ALLE PAGINE DEL LIBRO


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Weir decide, coraggiosamente, di inserire nel diario di Watney tutte le sue speculazioni scientifiche, cercando di far entrare il lettore nella mente dell’astronauta; inizialmente questo aspetto pseudo-scientifico mi ha un po’ preoccupato, temendo di trovarmi catapultato in una puntata di Quark. A scongiurare il pericolo è intervenuta la scrittura di Weir, piacevole e diretta, senza termini da scienziato spocchioso ma con una vena di umorismo che lo avvicina più ad un piacevole insegnante che ci mette di fronte a dei semplici quesiti. Alla fine mi son ritrovato a gustarmi queste scene di approccio scientifico, partecipando ai piani di Watney come fossimo compagni di sventura, seguendo i suoi discorsi e cercando di fare un piano di sopravvivenza tutto mio (nell’eventualità, potrei sopravvivere su Marte per una manciata di ore!).

Il successo di questo libro ha origine nel lavoro svolto da Weir in fase di preparazione; se da un lato la sua preparazione scientifica è di primo livello, non sfugge che partendo dall’idea del “what if…?” si sia passati per una profonda ricerca su procedure e modalità di lavoro della NASA, al fine di dare a tutta la vicenda una veridicità massima; il lettore non dubita che la storia sia reale perchè Weir è informato e preparato, riesce a trasferire nel suo libro uno spaccato di vita dell’ente spaziale americano impegnato in una missione qualunque. Il riferimento alle precedenti missioni su Marte, che abbiamo vissuto ai tempi di Opportunity e Pathfinder, sono un’ulteriore leva per la nostra sospensione dell’incredulità, coinvolgendoci ulteriormente partendo da eventi storici che sono entrati nel quotidiano. Lo stesso Watney cerca di trovare forza in diversi momenti chiedendosi cosa avrebbero fatto gli astronauti di missioni passate, mentre al centro NASA in ogni discorso aleggia lo spettro della missione Apollo 13, incutendo il timore del fallimento e un ulteriore realismo nelle pagine del volume.

L’uomo di Marte è uno stupendo esempio di come certe idee rimangano spesso anonime, nascono grazie all’impegno e allo sforzo di un autore, ma non riescono ad arrivare al grande pubblico; mi chiedo quante persone, senza il film di Scott, avrebbero nella loro biblioteca il libro di Weir, ma soprattutto bisogna interrogarsi su quanti magnifici autori ci siano in giro che non hanno avuto la stessa fortuna di Weir di ricevere una certa notorietà, seppur di riflesso.

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” font_container=”tag:p|font_size:18|text_align:justify|color:%23ffffff” google_fonts=”font_family:Roboto%3A100%2C100italic%2C300%2C300italic%2Cregular%2Citalic%2C500%2C500italic%2C700%2C700italic%2C900%2C900italic|font_style:400%20regular%3A400%3Anormal”][/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1/6″][/vc_column_inner][/vc_row_inner][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_custom_heading text=”SCHEDA LIBRO” font_container=”tag:p|font_size:18|text_align:center|color:%23dd3333″ google_fonts=”font_family:Roboto%20Condensed%3A300%2C300italic%2Cregular%2Citalic%2C700%2C700italic|font_style:400%20regular%3A400%3Anormal” css=”.vc_custom_1443736578876{padding-top: 0px !important;padding-right: 0px !important;padding-bottom: 0px !important;padding-left: 0px !important;}”][vc_column_text]


  • RILASCIATO: Anno 2011
  • GENERE: Fantascienza
  • AUTORE: Andy Weir
  • TRADUZIONE: T. Dobner
  • EDITORE ITALIANO: Newton Compton

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