NATHAN NEVER MAGAZINE n 1

7 Ago 2015

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L’ALMANACCO DELLA FANTASCIENZA CAMBIA PELLE, MA AVRA’ CONSERVATO LA SUA ANIMA?

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La rivoluzione in casa Bonelli ha raggiunto anche il nostro agente Alfa, trasformando l’annuale Almanacco della Fantascienza nel nuovo Nathan Never Magazine, assorbendolo nella collana bimestrale dei Magazine Bonelli.

A scanso di equivoci lo dico subito: mi manca la vecchia versione. Questo nuovo formato conserva ancora l’idea di offrire oltre ai fumetti degli articoli di approfondimento, ma col passaggio alla nuova veste grafica sembra aver perso la propria identità. Se precendetemente assistevamo ad una netta divisione dei settori trattati, in questa seconda vita lo speciale annuale viene impostato diversamente; all’inizio troviamo sempre i resoconti della produzione dell’anno in fatto di fantascienza, sia cartacea che al cinema, lasciando nella seconda parte del volume i dossier di approfondimento su tematiche care alla fantascienza.

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ALLA BONELLI HANNO VOLUTO CAMBIARE LA FORMULA DEGLI ALMANACCHI E ALMENO NEL CASO DI QUELLO DELLA FANTASCIENZA LA SCELTA NON E’ STATA DELLE MIGLIORI!


[/vc_column_text][vc_custom_heading text=”La faccia inquieta di Nathan Never sembra rispecchiare quella dei lettori” font_container=”tag:p|font_size:14|text_align:center|color:%23dd3333″ google_fonts=”font_family:Roboto%20Slab%3A100%2C300%2Cregular%2C700|font_style:100%20light%20regular%3A100%3Anormal”][vc_single_image image=”6054″ img_size=”full” alignment=”center” img_link_large=”yes”][vc_column_text]

La vera innovazione sta nel non avere più una singola storia di Nathan Never, ma quattro brevi storielle (tutte a colori) che si vanno a frapporre ai vari articoli; l’intento è probabilmente quello di snellire la lettura dell’albo, ma personalmente ho trovato che il presentare quattro storie porti la redazione a presentare dei racconti non all’altezza. Va inoltre precisato che solo il primo, Lone Star, è inedito, mentre gli altri sono già comparsi, e La Sfida è stato un albo extra allegata ad uno dei primi Speciali di Nathan Never (Fantasmi a Venezia, del 1999); anche gli articoli presenti nel Magazine, solitamente gradevoli e ben realizzati, sembrano sottotono, quasi questo volume sia stato realizzato più per consuetudine che non per offrire un valido prodotto.

Nel complesso questo Nathan Never Magazine rappresenta più un acquisto sentimentale, fatto per dovere di collezione e in memoria del rimpianto Almanacco; la speranza è che si trovi di fronte a un piccolo scivolone, un comprensibile errore nel percorso intrapreso dalla Bonelli per dare nuova alla linfa alla sua produzione.

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