STAR TREK 50 : LA NASCITA DI UNA PASSIONE

8 Set 2016

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

STAR TREK : L’INIZIO DI UN PASSIONE!

[/vc_column_text][vc_separator color=”custom” border_width=”4″ accent_color=”#dd3333″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Il primo Star a cui mi sono appassionato faceva coppia con Wars, anche se all’epoca lo si chiamava ancora Guerre Stellari, all’italiana, ed il cattivo era Lord Ferner. Per un bambino tutta quell’azione, quella favola ambientata fra le stelle era magnetica, irresistibile; se poi pensate che ogni capodanno era trasmesso in stile maratona e il sottoscritto era assiomaticamente malato, potete immaginare come questa amicizia fosse inevitabile. Ma c’era un’altra passione che aspettava di arrivare, appena fosse giunto il momento. Crescendo iniziamo a cercare un contatto maggiore con la realtà, pur rimanendo affascinati dalla magia della fantasia. Se Guerre Stellari, nel frattempo diventato Star Wars anche in Italia, era una passione che stimolava la fantasia, per avere un maggior contatto con la realtà , pur rimanendo nell’ambito della sci-fi, c’era una sola scelta: Star Trek.


           STAR TREK COMPIE 50 ANNI, MA COSA RENDE COSÌ APPASSIONANTE L’UNIVERSO CREATO DA GENE RODDENBERRY?


 

Conoscere Star Trek attorno ai dieci anni è una vera sopresa. La mia prima incursione nel mondo di Gene Roddenberry non avvenne con i telefilm, ma al cinema, in una proiezione di Star Trek: The Motion Picture; non c’erano la Forza, gli alieni era pochi e tutto aveva una dimensione più umana, quasi “reale”.

Fu una rivelazione.

Anche se all’epoca ero poco più di un bambino, la profondità di Star Trek fece presa, inesorabilmente; con mio padre iniziai a guardare la serie originale (TOS) ogni volta che ne passava in televisione un episodio, alle medie facevo merenda con la neonata The Next Generation, e col passare degli anni mi sono affezionato a Sisko, alla Voyager e infine ho iniziato a vedere l’umanità muovere i primi passi nella galassia con l’Enterpise NX-01.

E col passare del tempo, cambia la percezione dei temi trattati, iniziano ad avere un certo peso e una maggior comprensione e maturità aiutano a dare a Star Trek la giusta valenza. Perché contrariamente ad altre serie di Sci-fi, Star Trek ha un profondo legame con la società, anche contemporanea, una valenza che va oltre la semplice fantascienza.

star-trek-1

L’impatto sociale che ebbe Star Trek è probabilmene unico nella storia delle serie TV.

Anno 1966. La Guerra Fredda è una compagna costante, con il sospetto verso il nemico russo, i giapponesi sono ancora visti come il nemico (la Seconda Guerra Mondiale non è così lontana) e nel tessuto sociale americano la lotta per i diritti della gente di colore è uno di temi caldi del dibattito pubblico. Eppure Gene Roddenberry decide di creare un nuovo mondo, un futuro in cui tutto questo viene annullato, fa parte del passato, vuole dare agli americani una speranza che un domani migliore sia possibile.

Provate ad immaginare uno spettatore che assiste alla prima messa in onda di Star Trek. Al comando della nave c’è l’americano James T. Kirk, il suo secondo ufficiale è l’alieno Spock, al timone l’asiatico Sulu, ma soprattutto l’ufficiale alle comunicazioni è una donna, e di colore, Uhura. In una realtà in cui nonostante i proclami pubblici e le buone intenzioni nascondessero pensieri poco progressisti, Star Trek si prefiggeva di mostrare un’umanità migliore, a volte anche evidenziando i difetti peggiori del mondo del 1966 tramite la presenza di civiltà aliene che ne incarnassero una visione futura; Roddenberry con la sua galassia del domani fece la differenza, come la storia ci ha raccontato.

Uhura divenne uno dei simboli della lotta per i diritti civili, caldeggiata nientemeno che da Martin Luther King in persona, che ne vedeva l’importanza per la presa di coscienza degli afroamericani; è solo uno degli esempi di come l’immaginario collettivo sia stato influenzato da Star Trek. Questa capacità di Star Trek è data dalla bravura con cui sono stati trattati certi temi, come i personaggi siano stati investiti di un realismo che trascende la semplice sci-fi. Non si limita solo alla TOS, che ci ha regalato episodi come La navicella invisibile (Balance of Terror), Lo zoo di Talos (the Cage) o La magnificenza del Re (The conscience of the King), ma anche le serie successive hanno saputo ricreare questo forte legame tra universo narrativo e spettatore.

star-trek-2

Grazie a Star Trek la fantascienza ebbe un nuovo slancio, per la prima volta il pubblico si sentì parte di un universo vivo, quasi reale; nacquero le prime convention, i primi film fan made. Il merito di Star Trek è stato aver creato un contesto narrativo profondo, con delle basi solide; pensate ad esempio alla lingua klingon, un intero dizionario creato nel minimo dettaglio, un lavoro iniziato nel 1984 da Marc Okrand e James Doohan, e che negli anni si è arricchita di dettagli che ne delineino non solo la lingua, ma anche l’intero assetto sociale. E a questa si associano la civiltà vulcaniana, la profonda spiritualità dei Bajoriani o la tendenza machiavellica dei Romulani. Ogni aspetto di Star Trek è analizzato e curato, deve essere parte integrante di una cmounità intergalattica che risulti vera, reale e che possa essere fonte di riflessione e ispirazione per gli spettatori.

Con Star Trek la parte più action della sci-fi viene messa in secondo piano (quasi sempre lasciata alle pellicole cinematografiche), preferendo privilegiare l’esplorazione, il confronto fra civiltà; Deep Space Nine riesce a far convivere la spiritualità del popolo bajoriano con l’aspro militarismo cardassiano, Voyager è la quint’essenza dell’esplorazione e Enterprise cerca di conciliare tutti questi aspetti, mantenendo comunque un canale preferenziale verso l’esplorazione, dovendo anche rappresentare i primi passi dell’umanità fra le stelle. Esiste questa forte continuità fra le varie serie, la sensazione di una costante evoluzione che ci mostri come lentamente si possano arrivare a raggiungere grandi traguardi; i klinon nemici implacabili di Kirk diventano degli alleati in The Next Generation, i subdoli romulani che tanto filo da torcere hanno dato alla Federazione di Picard diventano alleati di Sisko durante la Guerra del Dominio. In Star Trek lo scenario è in continuo mutamento, non rimane statico, come è nella realtà; non esiste il cattivo per antomasia, in ogni fazione c’è il buono e il marcio, Federazione e umani compresi.

Naturalmente vengono rispettati tutti i dettami della fantascienza classica, compresi i viaggi del tempo, che figurano in tutte le serie; ma ogni cosa viene riportata ad una dimensione possibile, si cerca di dare un tono scientifico sempre, bisogna convincere lo spettatore che ciò che vede non è possibile ora, ma lo sarà in futuro. In Star Trek la parte scienza di fantascienza è molto marcata, ci sono puntate in cui questo animo scientifico è veramente forte; pensate che per andare sul sicuro, nel primo film della serie cinematografica ci si avvalse nientemeno che di Isaac Asimov come consulente scientifico speciale. E sono anche numerose le pubblicazioni che intendono spiegare e dimostrare (e a volte anche confutare, ammettiamolo) la valenza di alcuni aspetti scientifici e sociologici presentati nell’universo di Roddenberry; questo è possibile solo perchè Star Trek è riuscita a diventare un punto di riferimento mondiale nella fantascienza, ha influenzato generazioni diverse in questi 50 anni di vita, ed è sempre stata una delle serie più seguite e amate di sempre.

star-trek-3

È questo il segreto di Star Trek, saper raccontare il mondo futuro mantenendo un forte contatto con la società attuale.

Non è stato solamente la sua capacità di analizzare e influenzare la società a rendere Star Trek appassionante, ma anche la capacità di predire alcune delle future scoperte tecnologiche (una su tutte i tablet!); questa dimensione di fattibilità, di universo possibile, così lontano per noi ma non per i nostri nipoti fa leva sulla speranza che abbiamo di un mondo migliore, ci dà una visione meno fosca del futuro, quasi ottimista. Non mancano le note cupe, perchè il domani non sarà sempre roseo (ricordo ancora la forte ansia dell’episodio doppio di The next generation Il peso del comando (Chain of command)) , ma rimane comunque presente una nota di speranza in un’umanità migliore.

Le previsioni tecnologiche, questa aria di futuro raggiungibile sono da sempre uno dei principali punti di forza di Star Trek, e se oggi si festeggiano i 50 anni della creatura di Roddenberry, vuol dire che là fuori c’è ancora chi crede che l’umanità un giorno potrà veramente andare là dove nessun uomo è mai giunto prima!

 [/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Lascia un commento