TERMINATOR GENISYS – Recensione

18 Lug 2015

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TERMINATOR GENISYS: QUANDO L’INIZIO POTREBBE ESSERE UN PESSIMO FINALE!

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Il 2015 è un’annata costellata da “grandi ritorni”. Abbiamo appena affiancato Chriss Pratt mentre cavalca la sua moto circondato dai dinosauri, che veniamo catapultati in sala ad accogliere il ritorno del robot più incazzoso e meno ciarliero della storia: torna il Terminator, anche se stavolta tutto è diverso.

Terminator Genisys vuole tentare l’impresa di riscrivere la saga iniziata da Cameron nel 1984, mantenendo però una continuità coi primi due film; siamo onesti Le macchine ribelli era una mezza porcata (anche se la Terminatrix era una robottina mica male, eh) e il Salvation di pochi anni fa non era male, ma aveva pochi e forzati punti di contatto con la saga.

Il film di Alan Taylor vuole provare a rimettere un po’ di ordine nella continuity della storia di Terminator; insomma, parlare di continuità ed ordine in una storia basata sui viaggi del tempo non è che sia facilissimo, il paradosso è dietro l’angolo, pronto a mandarci in confusione. Eppure la storia di Genesys riesce a raggiungere il suo obiettivo, almeno parzialmente, tentando di seguire le linee guide dei primi due film.

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CREARE UN REBOOT DI UNA SAGA NON E’ MAI SEMPLICE, MA TENTARE MANTENENDO UNA CERTA LINEARITA’ CON I TITOLI PRECEDENTI RASENTA L’IMPOSSIBILE!


[/vc_column_text][vc_custom_heading text=”L’inquietante siparietto del sorridente Terminator” font_container=”tag:h2|font_size:14|text_align:center|color:%23dd3333″ google_fonts=”font_family:Roboto%20Slab%3A100%2C300%2Cregular%2C700|font_style:100%20light%20regular%3A100%3Anormal”][vc_single_image image=”5458″ img_size=”full” alignment=”center” img_link_large=”yes”][vc_column_text]

Dunque John Connor, leader della ribellione umana al dominio delle macchine, è sul punto di guidare i suoi alla vittoria, quando Skynet, l’IA che comanda le macchine, decide di eliminare il problema alla radice: inviare un Terminator T-800 nel passato per uccidere la madre di Connor, Sarah, prima che partorisca John. Scoperto il piano, il John del futuro manda nel passato un suo luogotenente, Kyle Reese, per fermare il Terminator.

Ehi, ma questa non è la trama del Terminator originale del 1984? La partenza, in effetti, è la stessa, ma un piccolo dettaglio è diverso all’inizio del viaggio indietro nel tempo, creando (ma guarda un po’!) una linea temporale in cui alcuni aspetti presentano delle differenze.

Se nella pellicola originale Reese arrivava a salvare una Sarah Connor spaventata e per nulla preparata al suo tragico futuro, in questa nuova versione ci troveremo di fronte a un ribaltamento dei ruoli; già dal loro primo incontro, sarà Sarah a dover togliere Reese dai problemi, mostrando una certa verve e spirito battagliero totalmente mancante nella Sarah Connor originale.

Proprio nel confronto tra le interpretazioni di Linda Hamilton e di Emilia Clarke si riscontra il primo cambio di ambientazione nel nuovo titolo; se la Hamilton si avvicinava a un futuro ancora sconosciuto, spaventata e timida, la Clarke è invece già pronta a dare battaglia, è già stata “addestrata” da un vecchio amico. Alla base del diverso andamento degli eventi troviamo un T-800 che, per un caso del destino (guarda tu che fortuna , eh), è stato mandato indietro nel tempo molto prima di quanto teorizzato nella pellicola del 1984. Tralasciando le elucubrazioni su quali e quanti sconvolgimenti della linea temporale il fortuito errore potrebbe aver causato, dobbiamo accettare che questo nuovo corso degli eventi ha creato un nuovo mondo, diverso da quanto narrato nei primi due Terminator.

.[/vc_column_text][vc_custom_heading text=”Anche i Terminators invecchiano” font_container=”tag:h2|font_size:14|text_align:center|color:%23dd3333″ google_fonts=”font_family:Roboto%20Slab%3A100%2C300%2Cregular%2C700|font_style:100%20light%20regular%3A100%3Anormal”][vc_single_image image=”5459″ img_size=”full” alignment=”center” img_link_large=”yes”][vc_column_text]


IL SOLITO VIAGGIO NEL TEMPO OFFRE AL REGISTA LA CHANCE DI RIPARTIRE DA ZERO CON UNA NUOVA STORIA, ANNULLANDO QUANTO VISTO NELLE PRECEDENTI PELLICOLE


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Il solo trait d’union fra Genisys e i primi due film rimane la presenza di Arnold, il nostro adorato T-800, ma anche lui viene radicalmente cambiato. Se nel 1984 il Terminator era il nemico, ne Il giorno del giudizio si presentava come un alleato, impegnato, suo malgrado, ad assecondare un giovane John Connor nel suo tentativo di umanizzarlo; se il duo John-Terminator poteva generare un piacevole siparietto negli scambi di battute in Terminator 2, in questo titolo il T-800 viene già presentato più umanizzato, rendendolo quasi ridicolo mentre cerca, con una certa difficoltà, di apparire sempre più umano, sforzandosi inutilmente di sorridere (una delle peggiori trovate comiche di sempre). Oltretutto viene sfruttata l’occasione per mostrare il T-800 invecchiato, visto che la sua finta pelle è costituita da vere cellule, e quindi soggetta ad un naturale invecchiamento, solo per facilitare qualche battuta.

.[/vc_column_text][vc_custom_heading text=”Sarah Connor sembra decisamente più battagliera del suo presunto salvatore” font_container=”tag:h2|font_size:14|text_align:center|color:%23dd3333″ google_fonts=”font_family:Roboto%20Slab%3A100%2C300%2Cregular%2C700|font_style:100%20light%20regular%3A100%3Anormal”][vc_single_image image=”5461″ img_size=”full” alignment=”center” img_link_large=”yes”][vc_column_text]

L’espediente della nuova linea temporale consente a Taylor e agli sceneggiatori di riscrivere non solo la storia, ma, come per il personaggio di Schwarznegger , anche tutti gli altri protagonisti, talmente diversi da rappresentare quasi un primo incontro; se può essere un aspetto positivo per chi si avvicina alla saga per la prima volta, questa scelta rischia di allontanare chi segue le vicende di Sarah e John dal 1984.

Guardando i Terminator originali avevo apprezzato moltissimo la crescita del personaggio di Sarah Connor, vedendola trasformarsi da donna spaventata e ingenua a guerriera e madre dal pugno di ferro, parteggiando per lei e simpatizzando con lei per le sue sfortune ( basta dire Pescadero, vero?). Vederla qui già pronta al futuro che la aspetta mi sembra un tradimento, il privarla dela possibilità di crescere suo figlio per compiere il destino a cui era destinato; anche la recitazione offerta dalle attrici è un bel cambiamento, laddove la Hamilton era perfetta in ogni situazione, la Clarke sembra ogni tanto spaesata e poco presente nella vicenda.

Lo stesso Reese, la figura chiave dell’intera saga, era stato magistralmente interpretato da Michael Biehn, impegnato a salvare la madre del suo eroe in un mondo per lui talmente diverso da non sembrargli reale; in Genisys invece tutto questo si perde, non si ha più quella profondità del personaggio tale da farci parteggiare per lui.

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IL REBOOT NON CAMBIA SOLO LA STORIA MA PRIVA ANCHE I PERSONAGGI DELLA LORO ANIMA, SCEGLIENDO DI STRAVOLGERE I LORO CARATTERI PER MEGLIO ADATTARLI ALLA NUOVA STORY LINE


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Mi viene spontaneo domandare cosa possa, a questo punto, ricondurre alla saga originale. Il viaggio nel tempo che sta alla base della trama viene anch’esso stravolto, il lento ma inesorabile avvicinarsi al Giorno del Giudizio non è più così pressante nelle vite di Sarah e John; anche la funzione di Skynet, il vero nemico della famiglia Connor, viene trasformato da IA temibile e pericolosa, ad una sorta di Grande Fratello, più una critica al mondo social che un villain fantascientifico. Delirante la gestione della figura di John Connor, forse la peggior trovata di tutta la saga (e Le macchine Ribelli ne aveva fatti di danni!)

Non bastano i piccoli richiami al resto della saga, quasi un ancora di salvataggio per far credere che Genisys abbia diritto ad appartenere al canone di Terminator, per far sentire a casa gli appassionati della serie.

L’operazione rilancio della serie è fallita, siamo di fronte a un film che può divertire (alcune scene sono davvero spettacolari) ma che non mi ha dato l’impressione di poter affiancare Terminator e Terminator 2 sullo scaffale dei blu-ray. Per chi non ha familiarità con la serie, questo rappresenta invece un buon punto di partenza, soprattutto visto il finale abbastanza aperto ad un seguito.

Si riconferma la sfortunata tendenza nel riproporre vecchie glorie del cinema in nuove salse, il più delle volte snaturando l’anima della pellicola. Che Hollywood abbia perso la fantasia?

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