LA TRILOGIA DEL RADCH: ANCILLARY SWORD, LA STAZIONE DI ATHOEK

13 Ott 2016

Il primo capitolo della trilogia del Radch, Ancillary Justice- La Vendetta di Breq, è stato una piacevole sorpresa per me. L’autrice, Anne Lecki, ha saputo costruire non solo una storia di sci-fi abbastanza innovativa, ma ha soprattutto il merito di aver voluto conferire al suo ciclo un impianto sociale di tutto rispetto.

Il Radch, l’impero in cui si svolge la vicenda, è una realtà sociale sfaccettata e complessa, in cui i protagonisti si muovono in una situazione di costante pericolo, visto l’equilibrio precario in cui si trova l’impero; al termine del primo volume si è scoperto come Anaander Mianaii, signore del Radch, sia in realtà una figura doppia, divisa nella sua anima, un bipolarismo che rischia di far collassare l’impero.

Questo dualismo di Mianaii è possibile per via della possibilità di trasferire la propria coscienza in altri corpi, in modo da poter essere presente in ogni settore dell’impero. Il vero colpo di genio della Leckie è non chiarire se Mianaii sia una persona reale o semplicemente una IA che si incarna in corpi diversi, creando l’illusione di un reggente onnipresente; questa apparente mancanza di chiarezza è una voluta tattica dell’autrice per consentire al lettore di crearsi la propria impressione, in modo da sentire l’universo del Radch vicino al proprio ideale.


IL SECONDO CAPITOLO DELLA TRILOGIA DEL RADCH CI MOSTRA IL CUORE DEL RADCH, IL TESSUTO SOCIALE CHE RAPPRESENTA LA VERA ESSENZA DELL’IMPERO


Lo stile di Ann Leckie è volutamente mirato a questa forma di apertura, cosa che ritorna anche nella gestione del sesso dei protagonisti, che nei volumi non viene mai chiarito per via del cambio del genere durante la narrazione. Questo espediente viene impiegato perché Breq non ha mai preso confidenza con le differenze corporee dei generi, e questa sua incapacità viene riproposta anche nella narrazione. Leggendo Ancillary Sword in lingua originale, questa dualità sessuale è ben evidenziata, mantiene la coerenza di indecisione riscontrata in Ancillary Justice; nella traduzione italiana questa caratteristica è persa, i personaggi prendono una precisa connotazione sessuale, il che si traduce non più in una visione vicina a quella della Leckie, ma ad una confusione che il lettore risolve in base alla propria indole.

È un peccato, perché è proprio il tessuto sociale dell’impero del Radch a rappresentare uno dei punti di forza della trilogia. La presenza di differenti etnie, con l’asservimento come Ancille delle razze conquistate, è uno dei grossi motivi di contrasto tra le anime di Anaander Mianaii; in Ancillary Sword, il contrasto tra le caste sociali appare ancora più evidente nelle piantagioni di tè di Athoek, dove le popolazioni assoggettate vengono divise in caste e trattate come veri e propri schiavi. La divisione sociale diventa un punto focale della vita del Radch, soprattutto ora che la forte spinata espansionistica (forza motrice del Radch) ha subito un duro arresto e la creazione di nuove ancelle è stata bandita, almeno nella parte di impero assoggettata dal Mianaai di Breq. Ancillary Sword è decisamente più space opera, rispetto al precedente; l’azione è poca, legata più ad eventi che scatenano le reazioni dei personaggi, ma è gestita in modo coerente, anche se il ritmo della lettura non è rapido, improntata molto all’esplorazione culturale del Radch.

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Al termine di Ancillary Justice, Justice of Toren veniva distrutta e Breq rimaneva l’ultima segmento di coscienza della nave millenaria, racchiuso nell’ultima ancella disponibile; la sua condizione la porta a diventare una pedina di Mianaii, che la invia come capitano di flotta ad indagare nel sistema di Athoek, al comando della Mercy of Karl. In questo volume scopriamo come il viaggio interplanetario avvenga tramite portali, e che questi sono uno strumento essenziale per la vita dell’impero; l’attuale situazione di guerra fredda interna porta alla chiusura di diversi portali, creando una situazione di latente tensione anche all’interno dello stesso esercito. Come se non bastasse, giunta alla stazione di Athoek, Breq dovrà far fronte alla morte di un emissario Presger, la razza aliena che ha sconfitto il Radch, costringendolo ad un trattato piuttosto vincolante.

Athoek rappresenta per Breq una vera sfida, con una serie di eventi e indagini che la porteranno verso il capitolo finale con nuovi dubbi che legano il lettore alla saga, senza trascurare anche gli interessi personali di Breq. Ancillary Sword ha un approccio più sociale del suo predecessore, con una particolare attenzione all’aspetto quotidiano del Radch, con un’attenzione molto precisa ai rapporti clientelari delle etnie sottomesse; unica pecca, il ruolo quasi marginale assegnato a Seivarden, personaggio che ho apprezzato molto in Ancillary Justice, in favore del nuovo luogotenente Tisarwat, la new entry che nasconde un legame particolare con il signore del Radch.

Ancillary Sword rappresenta un seguito apparentemente strano per ciò che si è letto in Ancillary Justice, ma leggendo il volume ci si rende conto come il diverso registro narrativo sia parte di un progetto invece ben ideato, come se ogni libro volesse mostrarci un nuovo aspetto del Radch. La conclusione della trilogia dovrebbe metterci in mano la risposta ad ogni nostra curiosità, e di interrogativi al momento ce ne sono parecchi!

CONCLUSIONI: Ancillary Sword mostr il lato più sociale del Radch, mettendo Breq a confronto con le latenti tensioni sociali interne dell'impero. Una traduzione non proprio eccelsa rischia di togliere parte del fascino dell'impostazione data dalla Leckie, ma la potenza narrativa della triologia non viene eccessivamente scalfita da questa mancanza. CONFERMA

VOTO FINALE: 7

SCHEDA LIBRO

  • USCITA: 2015
  • SOGGETTO: Ann Leckie
  • GENERE: Sci-fi
  • AUTORE: Ann Leckie
  • EDITORE: Fanucci
  • ISBN:
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