Top 10 Film Indipendenti (seconda parte)

UN’ALTRA TOP 10 SU I migliori Film Indipendenti secondo Nerdgate

Eccoci di nuovo con una Top 10 che non si vedeva da tempo qui in redazione. Quella dei 10 migliori Film Indipendenti secondo lo staff di Nerdgate! Prima di cominciare, vorrei premettere un paio di punti che, senza troppi indugi, rubo con onestà dalla scorsa Top 10.

– Cos’è un film indipendente? Molto semplice: è una pellicola prodotta con pochi soldi O con tanti soldi NON PROVENIENTI dalle Major (le più grandi case di produzione al mondo, esempio: Universal, Paramount, Fox…), che quindi sono stati elargiti grazie a enti privati o a, per l’appunto, altre produzioni meno popolari ma ugualmente ambiziose. Nel produrre un film indipendente, talvolta, prendono parte nello sviluppo economico lo stesso regista o gli stessi attori di cui il film è composto.

– Questa lista NON prevede alcun ordine temporale se non quello della nostra visione (sono infatti i migliori 10 Film Indipendenti che noi abbiamo visto in nel corso di questi due anni, indipendentemente da quando sono usciti). Sono presenti film del 2015 ma anche del 2018 o ancora più recenti. La lista in questione è stata stilata secondo un ordine di gradimento proprio del sito (che va dal meno apprezzato decimo posto al più gradito: il primo) e, soprattutto, basata sulle capacità che i registi, gli scrittori e in generale tutta la troupe hanno dimostrato nel mettere in piedi dei film assolutamente strabilianti, che verranno descritti, analizzati e, se serve, anche lodati per la loro bellezza.

Fate le dovute premesse, direi che possiamo cominciare!


10 – Excision

Partiamo alla grande con un film piuttosto atipico. Scritto e diretto da Richard Bates Jr, Excision si presenta come un’opera pulita ma sporca allo stesso tempo, tanto sottile quanto esplicito, un film crudo e violento ma anche dettagliatamente preciso. E’ la storia di una studentessa delle superiori, Pauline, con fortissimi problemi sociopatici, rinchiusa in una famiglia composta da un padre disinteressato, da una madre severa e iper protettiva e da una sorella minore con la fibrosi cistica. Insomma, una situazione che in parte giustifica la caratterizzazione della protagonista ma che non esula dal descrivere pienamente l’insensatezza della sua follia. E va bene così, Richard Bates riesce infatti a descrivere la discesa nell’oscurità del personaggio di Pauline attraverso la malsana e comunque non legittima esaltazione della protagonista per la chirurgia. Una fissazione morbosa, esasperante, che condurrà la protagonista ad un totale distacco dalla realtà. Se siete amanti non tanto dell’Horror quanto del Gore, noi ve lo consigliamo!


9 – Calibre

Un week-end a caccia fuori porta che si trasforma in un incubo, e non per colpa di autoctoni pazzi e violenti, neanche per colpa di scontate creature che si nascondono nella foresta, no. Per colpa di un errore, quello dei due protagonisti. Un film confezionato con dovizia e preparazione, quello di Matt Palmer, che grazie a una sceneggiatura dinamica e ben strutturata, trasporta lo spettatore in un forte stato di tensione. Interessante e inaspettato il finale. Un buon Thriller, senza dubbio.


8 – The Miseducation of Cameron Post

Ogni anno le sale cinematografiche si riempiono dei più disparati film di formazione. Fra tutti emerge The Miseducation of Cameron Post. Vincitore alla giuria Sundance 2018, questa pellicola tratta la storia di un’adolescente, Cameron per l’appunto, che colta sul fatto mentre bacia una sua coetanea, viene in seguito portata in un centro di conversione sessuale dal profondo e rigido stampo cattolico. Una trama che verte sull’accettazione dell’omosessualità; un tema forse stantio per i tempi che corrono ma che viene supportato nel film da un finale pregno di dolcezza. Se cercato qualcosa di non troppo impegnato ma che sia comunque in grado di regalare qualche emozioni, The Miseducation of Cameron Post è il film che fa per voi!


7 – Hold the Dark

Jeremy Saulnier ritorna con il suo nuovo film, Hold the Dark. Un adattamento ben realizzato, che contiene in sé l’efficacia del romanzo a cui fa riferimento (la discesa nell’oscurità primitiva degli uomini) ma che non rinuncia ai tratti tipici del regista (dinamismo realistico, violento).
Uno scrittore, saggista e profondo conoscitore dei lupi, viene contattato da una donna che vive in Alaska e che afferma di aver perso il proprio bambino. La sparizione, a detta della donna, è stata causata proprio da un branco di lupi affamati, anche se di prove effettivamente non ce ne sono. Il compito dello scrittore sarà quello di andare in fondo a questa storia e di ritrovare il corpo del piccolo.
Un Thriller a tratti prolisso ma esaltante nella costruzione del sottotesto e nella regia di Saulnier che, con poche inquadrature, arricchisce una sceneggiatura già solida di suo con dettagli scenici utili allo sbroglio del mistero.


6 – Heaven Knows What

Iniziamo a scavalcare le alte sfere per scendere più in profondità, e lo facciamo senza mezzi termini, con una sterzata netta. Heaven Knows What non si presenta come un film semplice, non da digerire almeno. Heaven Knows What è la storia di due drogati che si amano, e tanto, ma è anche la distruttiva parabola di una tossicodipendenza talmente forte da distruggere i due personaggi. Il film è famoso non soltanto per la sua messa in scena, talmente ben realizzata da risultare estremamente realistica, ma anche per la nascita del suo sviluppo. Si racconta infatti che Ben Safdie e Joshua, suo fratello, abbiano conosciuto quella che sarebbe stata la protagonista del film dopo una rassegna fatta per un altro film a cui i due stavano lavorando. La ragazza, tossicodipendente e senza tetto, ha attirato l’attenzione dei due registi che, togliendola dalla strada, hanno poi deciso di sviluppare un film su ciò che lei aveva da raccontare. Gran parte dei soldi guadagnati dal film sono stati utilizzati per la sua riabilitazione, e ora Arielle Holmes (la protagonista) lavora come attrice nel cinema finalmente libera dal suo passato tormentato.
Heaven Knows What non è un film per tutti, e se vorrete guardarlo dovrete prepararvi ad un’esperienza schiacciante, ma nel caso aveste voglia di dare un’occhiata a questo splendido film, sappiate che nonostante tutto il male che c’è al suo interno, sarà una visione unica e che difficilmente riuscirete a non apprezzare.


5 – Sound of my Voice

Una donna, che si dice provenga dal futuro, è a capo di una setta new age la cui iniziazione si presenta come un processo difficile e molto lungo. Una coppia decide di voler approfittare della fama che circonda questa congrega per fingersi intenzionati a entrare nella setta così da poter girare un documentario sulla stessa, ma le cose non andranno esattamente come i due protagonisti sperano.
Brit Marling, nei panni della donna che dice di essere venuta dal futuro, ci aiuta a esplorare quelli che sono i cardini più sbagliati della nostra società, anche se rivestendo un ruolo da antagonista. Un film quieto, che ricorda in alcune atmosfere la nota serie televisiva The OA (il regista, Zal Batmanglij è infatti lo stesso director del film) e che si mostra allo spettatore a cavallo di una sceneggiatura ben strutturata e dotata di un ritmo volto a sottolineare al capacità recitativa degli attori.


4 – Faults

Debutto enigmatico quello di Riley Stearns. Faults è infatti un film ermetico, inizialmente grottesco e ironico, ma perfettamente in grado di virare nel filosofico e nel dramma psicologico. Messo in quarta posizione proprio per l’eclettica che il prodotto riesce a mostrare, Faults è la storia di un uomo, tale Ansel Roth, scrittore e noto demolitore delle sette e delle religioni new age, che viene contattato da due genitori disperati la cui figlia è finita nella morsa religiosa di una congrega. Unico obiettivo è quello di farla tornare in sé.
Come detto poco più su, a un certo punto il film muta radicalmente, sorpassando l’ironia e raggiungendo livelli di filosofia quasi metafici. Non c’è molto altro da dire in realtà, non senza il rischio di spoilerare almeno. Noi ci sentiamo di consigliare il film ai palati più sopraffini o a chi è soltanto in cerca di un esperienza del tutto inusuale. Dulcis in fundo: Mary Elizabeth Winstead in una delle sue prove attoriali migliori.


3 – Mandy

Finalmente la top 3! Dopo un visualmente riuscito Beyond the Black Rainbow, Panos Cosmatos ritorna e lo fa alla grande! Mandy è un film magistrale, poco da dire. Una regia accattivante, supportata da una fotografia allucinogena e da uno script mirabolante, che mescola il trash al gore e che non si risparmia nemmeno sul dramma.
La storia è quella di un taglialegna che deve vendicare la morte della sua amata, uccisa da un capo di una setta satanica che è stato rifiutato dalla donna (sì, lo so, stiamo parlando solo di sette e religioni ma adesso la finiamo, tranquilli).
Il film si presenta come un prodotto particolare, del tutto libero e anarchico ma che in questo trova modo di essere se stesso. Lo script è brillante e non sfocia nel gratuito. La regia è divertente e regala agli occhi degli spettacoli inquietanti quasi mai visti. E poi c’è Nicolas Cage in stato di grazia. Insomma, che volete di più?


2 – Good Time

La medaglia d’argento va al magnifico Good Time! Tornano i già citati Ben e Joshua Safdie (gli stessi di Heaven Knows What) con un film dalla scrittura quasi perfetta. L’incipit è molto semplice: la storia di Connie Nikas (Robert Pattinson), che dopo aver fatto una piccola rapina andata male con suo fratello, passa la notte a cercare i soldi per pagargli la cauzione e tirarlo finalmente fuori di prigione. Da queste due righe, la sceneggiatura si evolve su di un itinerario narrativo del tutto esaltante, dove non c’è nessun tempo morto e dove l’incredibile mole di eventi che spingono il viaggio notturno di Connie, porteranno inevitabilmente lo spettatore a domandarsi “ma come siamo arrivati a questo punto?”
Un dramma che esplora l’America notturna e i suoi reietti, comprimari che insieme al protagonista dipingono un meraviglioso affresco fatto di mostri statunitensi e di strambe quanto intensive situazioni. L’inaspettato è dietro l’angolo!


1 – Mid90s

Ed eccoci finalmente al primo posto, il film che più di tutti gli altri abbiamo apprezzato in questo periodo: Mid90s!
Esordio alla regia per Jonah Hill (che molti di voi ricorderanno per il personaggio di Donnie Azof in Wolf of Wall Street) che con questa pellicola riesce a omaggiare, con una non inosservata dose di poetica, quella che è stata la seconda metà degli anni ‘90. Un film delizioso e silente, che anzitutto colpisce per il formato, quattro terzi, e in generale alcuni aspetti tecnici fra cui l’inusuale utilizzo della pellicola tradizionale. La pastosità della pellicola, evidente fin dall’inizio, sostiene il temperamento cromatico del film, descrivendo alcuni fra i migliori panorami che la Los Angeles degli anni ‘90 sia mai riuscita a mostrare. A condire il tutto c’è la storia di questo tredicenne, ostracizzato dal fratello maggiore e pressato dalla madre sola, che trova in un gruppo di skater sbandati la propria dimensione. Ed è proprio con questi nuovi compagni che il protagonista si muove fra le prime lezioni di vita, i primi amori e i primi litigi, regalando allo spettatore dei momenti di dolcezza e innocenza unici, che però non si discostano mai da quella silenziosa ferocia tipica dell’adolescenza.
La stessa colonna sonora, pur tributando il periodo storico che conferisce il titolo al film, non si allontana mai dall’introspezione del protagonista, riuscendo nel conferire alla pellicola non soltanto le più famose tracce degli anni ‘90 ma anche delle vere e proprie composizioni che approfondiscono lo stato emotivo di ogni personaggio.
Un film che insegna, delizia, e che non può essere accolto da Nerdgate se non al primo posto di questa lista.E questo è quanto. Spero che l’articolo sia stata di vostro gradimento ma soprattutto mi auguro che vi abbia invogliato a vedere almeno uno dei film citati.

Alla prossima, e buona visione!

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