USHIO E TORA

6 Set 2016

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USHIO E TORA: …NELLA PROFONDITÀ DI UNA VALLE, TEMPO FA FU SIGILLATA UNA LANCIA IN GRADO DI LACERARE L’OSCURITÀ E PURIFICARE IL MALE…”

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Potrebbe essere l’inizio di un racconto mitologico, il proemio di un poema epico, quei mattoni che già a 10 anni, nonostante la maestra li raccontasse con disegni e filastrocche, odiavo profondamente. Eppure la copertina era accattivante, una specie di tigre, un ragazzino e una lancia che percorreva tutta l’illustrazione…che spettacolo!

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Ricordo che mi avvicinai alla vetrina e pensai che bel fumetto…(si lo so si chiama manga…ma avevo 10 anni ed ero ancora ignorante in materia!)
Si trattava proprio di “Ushio e Tora” pubblicato dal 1990 al 1996 sulla rivista Weekley Shonen Sunday ed arrivato in Italia inizialmente, grazie alla casa editrice Granata Press tra il luglio 1994 e l’agosto 1995 sulla collana Z Compact. Fu interrotta però, al 14° numero a causa della chiusura della casa stessa per fallimento. La serie è stata poi ripresa (per fortuna!) da Star Comics a partire dal numero 33 della testata Techno, ripartendo precisamente da dove la Granata Press si era fermata; i tankōbon si compongono di 33 volumi e sono frutto del genio di Kazuhiro Fujita, che con “Ushio to Tora” (titolo originale) dà vita al suo primo capolavoro.

La trama non sembra particolarmente complessa soprattutto nel suo incipit: Ushio Aotsuki ragazzo delle medie, semplice ed impulsivo, vive con suo padre Shigure nel tempio buddista di cui è guardiano. Una mattina, su richiesta del padre, riordina il magazzino del tempio, sul pavimento trova una botola che lo catapulta in un vecchio seminterrato polveroso, dove vi è un gigantesco demone giallo, che ricorda quasi un felino, inchiodato al muro da una lancia, che gli passa il petto da parte a parte, questo non è altro che Tora.
Dopo circa 500 anni che si trova bloccato in quel luogo, Tora dice ad Ushio che più di ogni altra cosa desidererebbe ancora una volta spargere il terrore e la devastazione nel mondo degli umani, ma Ushio, sentendogli dire ciò, esce dal magazzino dicendo che non lo avrebbe mai liberato. Intanto il miasma accumulatosi nel sotterraneo a causa di Tora, si è sparso nell’aria, facendo arrivare al tempio ogni sorta di spirito e demone.
Ushio capisce che non può far altro che chiedere l’aito di Tora per non finire divorato dai demoni comparsi al tempio, non appena il ragazzo estrae la lancia dal petto di Tora però quest’ultimo gli salta addosso nel tentativo di mangiarselo. Ushio però sprigiona un potere mai visto, donatogli temporaneamente dalla lancia, riuscendo così a tenere a bada Tora. L’arma, infatti, chiamata “Lancia della Bestia” è manufatto antico e impregnato di potere oscuro: tutte le volte che viene utilizzata divora parte dell’anima di colui che la brandisce dandogli però un’immensa forza… l’oggetto scandirà la vita di Ushio e Tora conducendoli su un tortuoso cammino, verso un obbiettivo che…(beh evitiamo spoiler!)

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Ushio e Tora segna l’inizio di un nuovo modo di concepire le storie legate al soprannaturale, unendo demoni del folclore giapponese come: kamaitachi, youkai, kami, kitsune, tanuki,oni…a storie di vita “umana” di diverse ambientazioni, ha indubbiamente dato il là a tanti lavori di successo venuti nelle decadi successive nonostante sia rimasto nell’ombra senza neanche essere stato mai ristampato, in una versione “deluxe”.

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C’È UNA SCENA CHE HO SEMPRE VOLUTO VEDERE…QUELLA IN CUI HAKUMEN SI RISVEGLIA E FA UN MACELLO DEL GIAPPONE!

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La genialità di Fujita è racchiusa in una storia pulita che sembra piatta e lineare, ma dove nulla è lasciato al caso. Nessuna azione compiuta, nessuna parola detta e nessun riferimento è fine a se stesso, tutto è studiato a tavolino e trova un senso mano a mano che ci si avvicina al finale, questo succede perché il mangaka non fa fanservice, non allunga la storia con filler e non adatta la trama al gradimento del pubblico, Fujita ha già la storia in mente dall’inizio alla fine e sa già come comporla ancor prima di disegnarla. La potenza di questo manga sta nella struttura data dall’autore non sei tu che leggi una storia, ma la storia stessa che con prepotenza ti tira in mezzo, in una realtà che sembra esistere veramente grazie all’intuizione di un ambientazione contemporanea, in un Giappone che rispecchia quel che è (o meglio era negli anni ’90) senza invenzioni futuristiche, scenari post apocalittici o mondi paralleli.
Il contrasto tra Ushio e Tora è il motore della narrazione, la loro convivenza forzata, passa dalla tensione creata dai tentativi costanti, che fa Tora, di uccidere Ushio, al nervoso che viene nel vedere questo ragazzino, che continua a mal-riporre fiducia in questo demone affamato di esseri umani.
Non aspettatevi allenamenti estenuanti, power up divini o maestri eccentrici che insegnano tecniche micidiali, il potere della lancia dalla prima all’ultima puntata quello è, e quello rimane! Cambierà il modo di porsi di Ushio nei confronti della stessa lancia, sarà portato ad una maturazione interiore e ad una consapevolezza tale che…(stop o si rientra negli spoiler).

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Elogiare ciò che ci piace è bello ma bisogna riconoscerne anche alcune pecche…sicuramente la più grande sta nella tecnica di disegno di Fujita, le pagine sono stracolme di inchiostro dagli sfondi ai personaggi, usa un tratto deforme per dare patos ad alcune scene e nei combattimenti la quantità di linee cinetiche rendono poco fruibile la tavola, rendendo a volte incomprensibile, alla prima occhiata, le scene. Un altro punto debole risiede nella scelta narrativa, infatti il primo filotto di narrazione, troviamo capitoli che danno l’impressione di essere autoconclusivi. (anche se non è del tutto vero eheh!).
In conclusione volete sapere perché esistono certi manga, che sono idolatrati? Perché si è arrivati a storie di demoni ed esseri umani? Com’è nata l’interesse per il manga soprannaturale? Allora nella vostra collezione non può mancare Ushio e Tora, l’ispirazione di tutti i moderni manga del genere, che grazie al Simul-Cast di Yamato Animation, che potete trovare su youtube, è ora fruibile anche in versione Anime HD con un nuovo comparto grafico che si distacca dagli OVA di più di 15 anni fa; anche se taglia molto su alcune vicende, lascia inalterata la trama principale, perlopiù, in maniera molto fedele, ripropone i punti salienti della storia, per non parlare del finale che…diciamo…va fuori da ogni ragionevole previsione! Follemente geniale e tristemente gioioso! (Applausi a Fujita).

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“…Anche se volessimo non potremmo mai salvare tutti, ma anche se fosse così non posso rinunciare: sarà anche per egoismo, o per narcisismo, o per altro ancora, però…Se…Se combattendo riesco a salvare la vita a qualcuno, se piangendo posso risparmiare le lacrime degli altri, allora io combatterò, io piangerò, ma poi mi alzerò, impugnerò le mie armi e darò battaglia!”

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  • MANGAKA: Kazuhiro Fujita
  • DATA DI PUBBLICAZIONE: dal 1990 al 1996
  • CASA EDITRICE: Shogakukan
  • EDITORI ITALIANI: Granata Press, Star Comics
  • TARGET: Shōnen
  • TANKŌBON: 33 (completa)
  • GENERE: azione, soprannaturale

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