UT N.1″LE VIE DELLA FAME”

17 Mar 2016

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UT: LE VIE DELLA FAME

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ut sergio bonelli editoreSapere che Corrado Roi e Paola Barbato lavoravano assieme ad una miniserie mi ha appassionato all’idea; non servo certo io per elencare i meriti dei due artisti, quindi sapere di questa comunione di intenti è stato come venire a conoscenza di un piccolo tesoro che non vedi l’ora di possedere. Avrei voluto essere presente al Cartoomics lo scorso week end, ma i malanni di stagione mi hanno fatto desistere; in compenso ho sfruttato la presenza del nostro Sir Jones, supplicandolo e sfinendolo affinchè mi portasse questo piccolo tesoro tanto atteso, nella sua veste variant, e alla fine ho potuto finalmente leggere UT: Le vie della Fame!

La copertina realizzata appositamente per questa edizione da Jacopo Camagni è uno spettacolo; la prima impressione è di essere di fronte a un qualcosa di poetico, con questo individuo mascherato che sembra rapito dalla bellezza della luminosa farfalla, accompagnato da un altrettanto assorto gattino sulla schiena. Ma la copertina ha anche una parte nascosta, che si rifugia sul retro dell’albo: ed è li che troviamo altri due figuri semi nascosti nella penombra, che gettano un senso di inquietudine nello spettatore.

Ed è una sensazione reale, palpabile che ci accoglie impietosa già nelle prime pagine, quando i testi della Barbato ci introducono rapidamente al mondo in cui si svolgerà l’avventura, un luogo in cui l’uomo non ha più posto e in cui non ha lasciato un buon ricordo; Roi ci mette la matita, impegnata subito a tratteggiare una scena intensa e violenta, che ci porta a conoscere il protagonista della nostra storia: Ut.

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Ut ha già un nome che è un programma. Per gli antichi egizi, ut erano siano le bende usate per la mummificazione che i sacerdoti demandati a questo incarico; il riferimento è netto e adatto al personaggio, visto che lo vediamo sempre con una maschera che ricorda una mummia, e soprattutto considerando che Ut è il custode di una mastaba, una tomba dal nome egizio che conserva un misterioso corpo. A dare ordini al curioso personaggio è l’entomologo Decio, il padrone di Ut e apparentemente il responsabile della mastaba; bene presto si aggiunge al duo di strambi personaggi, Iranon, il presunto morto che era conservato nella mastaba, dando il via all’avventura de Le vie della fame.

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Bisogna dare merito ai due autori di aver creato una storia coinvolgente e ricca di richiami che un appassionato di letteratura gotica non può che apprezzare! Il nome dello smemorato Iranon è un chiaro riferimento a “The Quest of Iranon“, un racconto di Lovecraft del 1921; sempre Lovecraft fornisce al duo Barbato-Roi l’ispirazione per il centrale Libro di Hog, che deriva dal nome di uno degli scrittori preferiti di Lovecraft, William Hope Hogdson, autore di libri dell’orrore e che con il suo Casa sull’abisso ispirò Lovecraft per il ciclo di Chtulu. Ma ne Le vie della fame non mancano citazioni ad altri scrittori, come un ritratto di Umberto Eco, o alcuni nomi di personaggi che arrivano direttamente dalle opere di Edgar Allan Poe.

Ma sono i disegni di Roi che mi hanno colpito particolarmente; il suo tratto è inconfondibile, profondo e inquietante, perfetto per una storia come quella di Ut. Il modo con cui costruisce la città in cui si muovono Ut e Iranon è opprimente, gotica e mette inquietudine; la presenza di periscopi da cui i signori del luogo spiano tutto è un tocco di classe, aumenta quell’ansia che si trasferisce al lettore, specie quando l’occhio indagatore sembra voler uscire dalle pagine e guardare direttamente chi legge.

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Ut è il personaggio che più mi appassiona; è come se fosse in Le vie della fame quasi per caso, un uomo che vive in un mondo di cui non si cura, di cui farebbe volentieri a meno. Non è particolarmente intelligente, ma nonostante la ferocia che dimostra in alcuni momenti, sembra aver mantenuto un animo capace ancora di stupirsi di piccole cose, come guardare le stelle o affezionarsi ad un gattino randagio, l’amico che vorrebbe e per cui sarebbe pronto a far di tutto.

Iranon è la grande incognita fin’ora, quel soggetto strano che sembra essere al centro dell’intera vicenda ma di cui lui stesso ignora il motivo; non ha memoria, è fisicamente diverso dal resto dei personaggi e tutti vogliono qualcosa da lui. La sua ricerca del Libro di Hog e la sua apparente predestinazione a capo del Consiglio degli Uomini sono il motore della vicenda, che si interseca con la palese incuria di Ut su tutto ciò che accade intorno a lui. Il sodalizio fra Ut e Iranon sembra più un fortuito caso di supporto involontario che non una comune missione, ma potrebbe esser l’inizio dell’avventura di un’intrigante coppia del fumetto nostrano.

Leggere UT è un’esperienza nuova, appassionante e che viene amplificata dalla (perfida) bravura di Barbato e Roi nel sapere centellinare i misteri e gli indizi nelle pagine dell’albo; la curiosità del lettore viene pungolata, ti fanno appassionare con personaggi ben ideati e animati da dinamiche sociali interessanti e ti lasciano poi con l’acquolina in bocca per saperne di più, nella speranza di scoprire altro del meraviglioso mondo di UT.

Se volete un consiglio, non accontentatevi dell’edizione da edicola. Gli approfondimenti contenuti dell’edizione variant sono stupendi, è come assistere alla nascita di Ut direttamente nella mente dei due autori, aiuta a capire quanto lavoro e passione ci siano dietro la realizzazione di una impianto narrativo simile.

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  • USCITA: 24.03.2016
  • SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Corrado Roi, Paola Barbato
  • DISEGNI: Corrado Roi
  • COPERTINA: Jacopo Camagni
  • CASA EDITRICE: Sergio Bonelli Editore

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