Vivi e Vegeta: Odio di Palma – Recensione

UNO SPECCHIO SULLA NOSTRA SOCIETA', MA CON PIU' VERDE

18 Ott 2018

E’ sempre più centrale il ruolo del web nel mondo del fumetto, ne avevamo già parlato a suo tempo. Internet da spazio a tutto quello che non si può (o alcune volte non si vuole) pubblicare in formato cartaceo. Anzi alcune compagnie, come ad esempio Marvel, hanno iniziato a pubblicare albi originali esclusivamente digitali sulle varie piattaforme online. Ci sono poi quelle piattaforme che pubblicano webcomic in maniera gratuita come Wilder e Webtoon, ad esempio. In particolar modo quest’ultima ha dato modo di dimostrare come il webcomic non è solo il prodotto di quegli autori alle prime armi che non hanno la possibilità di stampare e autopubblicare il proprio lavoro, ma anche di artisti che hanno un certo peso nell’industria. Finality, webcomic completamente gratuito e pubblicato sulla piattaforma di Webtoon, è scritto da Warren Ellis, che sfrutta il medium per innovare il modo di leggere questo tipo di prodotti. Finality nasce infatti come un fumetto da leggere comodamente da smartphone, con balloon belli grandi e mediante lo scorrimento verticale, come quando scrollate le bacheche dei vostri social. Il webcomic si presta molto alla sperimentazione e se da un lato c’è chi lo fa andando ad innovare il modo di usufruire di questi fumetti, dall’altro c’è chi porta la propria idea, seppur in un formato molto classico, per affrontare temi “caldi” della nostra società con quel pizzico di originalità da rendere la storia unica nel suo genere. E’ questo il caso di Vivi e Vegeta: Odio di Palma.

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A suo tempo, qui su Nerdgate, fu il sottoscritto a parlarvi del primo volume di questa serie che vedeva confluire gli sforzi di Francesco Savino e Stefano Simeone per creare un prodotto che si distingueva dalla massa di fumetti pubblicati online per via del suo approccio originale. Vivi e Vegeta è una serie ambientata sì nel nostro mondo, ma che si focalizza in quella che è la comunità dei prodotti della terra: fiori, piante varie, frutti, ortaggi, verdure ecc. Se il primo volume andava a toccare un tema di attualità della nostra società, ovvero il passaggio a stili di vita quali il vegetarianismo e il veganismo, sul quale poi veniva costruita una buona storia noir, con dei personaggi ben caratterizzati e condita da un comparto grafico d’atmosfera; il secondo volume, pur mantenendo la stessa formula, decide di affrontare una tematica ancora più calda, al centro della vita e della politica del nostro paese: la situazione migranti.


Leggi anche la nostra recensione del primo volume di Vivi e Vegeta


Il team creativo alle spalle di questa nuova storia è pressoché lo stesso, con l’aggiunta di Claudia Giuliani e La Tram. Francesco Savino cerca di riflettere quella che è la nostra realtà vivente dell’ultimo periodo nell’universo in cui coabitano i personaggi di Vivi e Vegeta. Sono passati ben dieci anni dagli eventi del primo volume e molto è cambiato. Alcuni vecchi personaggi si sono “costruiti” una nuova vita, altri non ne hanno più una e la società è cambiata. L’autore riprende quello che era stata la polemica dell’olio di palma, affrontata umoristicamente dall’utenza dei social network, per impastare una trama che affronti il tema dei migranti con chiari riferimenti politici. Il distretto delle piante è ormai abitato non solo dai suoi “nativi”, ma anche dalle piante di palma venute da terre lontane. Tutta questa situazione viene strumentalizzata dal partito dei Sempreverdi, in particolare dal suo leader Salvius che cerca di creare malcontento tra le piante per far scoppiare una reazione tutt’altra che pacifica. L’intento di Savino non è quello di satirizzare la questione, o almeno non principalmente. Egli esprime quella che è la sua posizione, cerca di aprire gli occhi ai disinteressati che affrontano la lettura di questo volume.

Savino offre la sua opinione ed è giusto che lo faccia, che questa sia condivisibile o meno. L’arte è sempre stato un prodotto ibrido che riflette sia la soggettività dei suoi autori, sia l’oggettività della società e della storia che si mostra in maniera autentica davanti agli occhi di tutta la comunità. La realtà vivente e la storia sono elementi che appaiono in una forma ben precisa e obiettiva , ma una volta assimilati danno vita alla soggettività che si dirama in opinioni e azioni. La nostra società è palesemente divisa sulla questione migranti e come i politici possono usufruire del loro ruolo per affermare il proprio pensiero, o come una persona qualunque può disporre dei social network per dire la propria opinione , anche gli artisti possono utilizzare il proprio lavoro per creare un manifesto. Leggendo Vivi e Vegeta: Odio di Palma, mi è venuto in mente il secondo volume delle avventure di Blacksad: Arctic Nation. Come Juan Díaz Canales utilizzava una mondo composta da animali antropomorfi per affrontare il tema del razzismo, così fa Francesco Savino con la sua verde società. In entrambi i fumetti il parallelismo con la vita reale è chiaro, così come lo è il messaggio e ciò permette all’arte di assumere una delle sue principali identità: di essere un’affermazione, uno “statement” come dicono gli americani.

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Il mistero che questo secondo volume offre non è forse solido come quello della storia precedente, ma offre ai personaggi l’opportunità di venire a capo dei loro problemi personali, di confrontarsi dopo dieci anni di tempo e di lasciarsi alle spalle quegli eventi che li hanno plasmati e cambiati. Stefano Simeone riesce a rendere impattanti le scene violente, piene di rabbia, di rancore e seppur non allontanandosi mai dalle classiche gabbie che compongono le tavole, offre delle soluzioni narrative molto interessanti, cimentandosi ad esempio nel raccontare due fili paralleli della trama su una stessa pagina, per poi farli intersecare. Sicuramente questo secondo volume avrebbe giovato da una narrazione con un respiro più ampio, tutto gli elementi si concentrano molto velocemente e ciò potrebbe portare qualche lettore meno navigato ad avere dei problemi nel seguire gli eventi che si susseguono.

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Il volume edito da BAO Publishing offre, oltre alla storia principale, due backup stories ambientate nell’arco temporale che separa le due stagioni della serie. La prima è Papyrus, scritta sempre da Francesco Savino e disegnata da La Tram e che ci offre uno sguardo in più su alcuni personaggi. Svuotato è invece una breve storia scritta e disegnata da Stefano Simeone che riporta un toccante approfondimento del personaggio di Clusius.

Potete leggere Vivi e Vegeta nei due volumi pubblicati da BAO Publishing o gratuitamente sul sito ufficiale del fumetto.

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CONCLUSIONI: Vivi e Vegeta: Odio di Palma riprende la formula del precedente volume. Ma se l’intreccio noir risulta essere meno interessante rispetto a quello presente nella prima storia, il tema sociale viene egregiamente affrontato, diventando un prodotto che esprime molto bene il periodo che l’Italia sta vivendo. Il comparto grafico gestisce al meglio le atmosfere della storia, offrendo un valore aggiunto alla lettura. Sicuramente un fumetto intrigante che merita la lettura, in particolar modo se avete amato il primo volume.

VOTO FINALE: 6.5

SCHEDA FUMETTO

  • DATA RILASCIO: 18/10/2018
  • SOGGETTO: Francesco Savino; Stefano Simeone
  • SCENEGGIATURA: Francesco Savino; Stefano Simeone
  • DISEGNI: Stefano Simeone, La Tram
  • COLORI: Stefano Simeone, Claudia Giuliani
  • CASA EDITRICE: Bao Publishing
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