NATHAN NEVER N. 296 “METROPOLITAN HOSPITAL”

19 Gen 2016

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NATHAN NEVER: METROPOLITAN HOSPITAL

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NATHAN NEVER: METROPOLITAN HOSPITALNegli ultimi tempi abbiamo spesso criticato l’andamento attuale della serie di Nathan Never, una critica affettuosa e piena di un calda speranza per un ritorno al Nat che tanto abbiamo apprezzato (come ricordava Sir Jones). Se nei nostri dubbi avevamo additato come concause la mancanza di nuovi sceneggiatori con idee interessanti, la mancanza di spunti tipici della fantascienza o anche dei disegnatori non sempre all’altezza, con Metropolitan Hospital dobbiamo ammettere che tutte le nostre rimostranze sono state ampiamente ribattute colpo su colpo, riportandoci un Nathan Never in grande forma!

Il Metropolitan Hospital che da il titolo all’albo è una struttura ospedaliera che versa in condizioni economiche non troppo favorevoli, visto che il crescente tasso di mortalità sta allontanando le compagnie assicurative dalla struttura, preferendo far curare i propri pazienti altrove. Temendo una campagna di sabotaggio della propria struttura, l’amministratrice dell’ospedale Greta Gluber si rivolge all’Alfa per scoprire quale sia la verità dietro questa situazione insostenibile.

Per poter indagare al meglio, Nathan si infiltrerà nella struttura fingendosi un chirurgo; nonostante l’iniziale titubanza dell’agente nel fingersi un medico, Sigmund ed Elania hanno già studiato un modo per poter dare a Nathan le competenze di un chirurgo professionista.

Ovviamente la trama non offrirà solo spunti tipici di una storia poliziesca, ma verremo trasportati nella vita di un ospedale, affrontando le emergenze di un pronto soccorso e le delicate operazioni che tutti i giorni il team del Metropolitan Hospital affronta.

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CON METROPOLITAN HOSPITAL È COME SE LA BONELLI RISPONDESSE AI NOSTRI DUBBI CON UNA STORIA CHE MIRA A FARCI SPERARE IN MEGLIO PER IL FUTURO DEL NOSTRO AGENTE ALFA

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Devo ammettere che Metropolitan Hospital è stata un rivelazione, un albo che si pone in contrasto che alcune delle ultime avventure di Nathan che mi hanno deluso.

Se spesso l’accusa è stata di usare la tecnologia futura come un deus ex machina, in questo albo la scienza futuristica è alla base di tutta la vicenda, ma in modo credibile, quasi come se fossimo davanti a una realtà che sia solo pochi anni lontano dalla nostra vita attuale.

L’escamotage usato dall’Agenzia Alfa per trasformare Nathan in un provetto chirurgo è davvero convincente, in linea con quanto ci si può aspettare da una scienza del futuro; l’idea non dà l’impressione di essere una forzatura, ma anzi si inserisce alla perfezione nella trama, diventando uno degli aspetti fondamentali della storia dell’albo.

Non essendo un medico non saprei dire quanto i termini medici siano corretti, ma l’atmosfera che si respira nell’albo è assolutamente coinvolgente, al punto che sembra di assistere ad un puntata di uno dei migliori medical drama di sempre, E.R. Medici in prima linea. Questo nome non viene evocato solo dall’ottimo spaccato di vita ospedaliera offerta da Metropolitan Hospital, ma un piccolo omaggio alla serie ideata da Michael Crichton viene dato nel dare al chirurgo “d’appoggio” per Nathan il cognome Benton, esattamente come il chirurgo impersonato da Eriq La Salle nel serial citato. Ma le citazioni al mondo medico continuano, non saprei quanto casuali o volute; uno dei personaggi è un neurochirurgo di nome Robert Sheperd, esattamente come Robert K. Sheperd, un chirurgo pionere della medicina bionica in Australia.

Visto l’ottimo lavoro svolto dall’esordiente (sulle pagine di Nathan Never) Diego Cajelli, mi piace pensare che la sceneggiatura offra anche questi richiami come riferimenti appositamente cercati; la perfezione nel ritmo della narrazione, l’emotività trasmessa dai personaggi (simpatica e toccante la figura del Re del Terzo Livello) e dalle vicende che si intrecciano nell’indagine di Nathan è indice di una professionalità e di una cura del dettaglio totale. Anche il rispetto dell’anima di Nathan è assoluto, come traspare in alcune tavole più introspettive (come nel caso del primo post-intervento); Cajelli si presenta sulle pagine di Nathan Never con uno stupendo biglietto da visita!

Ma i complimenti per la riuscita di Metropolitan Hospital vanno estesi anche a Francesco Mortarini, disegnatore in grado di creare tavole intense e ricche di dettagli; le strumentazioni e le sale dell’ospedale sono rese con una precisione spettacolare, ma la stessa perizia del tratto viene estesa alle espressioni dei personaggi, in grado di offrire al lettore una carica empatica che lo aiuta a vivere appieno le vicende dell’albo.

Anche Sergio Giardo mette la sua firma su questo albo, realizzando una copertina dinamica ed evocativa che indica subito l’anima da medical drama dell’albo.

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Dopo la lettura di Metropolitan Hospital ho avuto la sensazione di aver ritrovato il vecchio Nat, come se questo numero 296 fosse il punto di partenza della rinascita del personaggio; è stimolante vedere questo salto qualitativo non solo per la serie di Nathan Never in sé, ma perchè questo nuovo sprint nasce dal lavoro di due “giovani” artisti come Cajelli e Mortarini, che si presentano con degli ottimi presupposti per un loro apporto alla serie.

Questo mese oltre alla serie regolare, troveremo una seconda storia ambientata nell’universo (quantomeno narrativo!) di Nathan Never, visto che il 29 gennaio esce Il mistero dei terrestri, il nuovo albo di Asteroide Argo, la saga spin-off iniziata nel 1998 con il secondo Agenzia Alfa, I naufraghi del tempo.

La serie regolare torna il 17 febbraio con il numero 297, La lunga marcia, in cui Nathan dovrà proteggere un coraggioso magistrato.

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  • USCITA: 19.01.2016
  • SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Diego Cajelli
  • DISEGNI: Francesco Mortarino
  • COPERTINA: Sergio Giardo
  • CASA EDITRICE: Sergio Bonelli Editore

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