INTERVISTA AD ANDREA ARTUSI – Intervista

RINNOVARE UN MITO

Manuel Enrico 12 Gen 2017

Negli ultimi mesi abbiamo parlato spesso della nuova miniserie di Sergio Bonelli Editore dedicata ad una nuova visione del mito di Martin Mystere, il personaggio creato da Alfredo Castelli, le Nuove Avventure a Colori, di cui ad oggi abbiamo letto i primi tre episodi (Ritorno all’impossibile, L’elmo di Scipio e L’arca dell’Estinzione).  Responsabili di questa impresa sono i Mysteriani, un team di artisti cui appartiene anche Andrea Artusi, che abbiamo raggiunto per farci svelare qualcosa in più di questa interessante miniserie.

ANDREA, GRAZIE DI AVER ACCETTATO L’INVITO DI NERDGATE! ATTUALMENTE STIAMO SEGUENDO IL TUO LAVORO ASSIEME AL GRUPPO DEI MYSTERIANI SULLE PAGINE DE LE NUOVE AVVENTURE A COLORI DI MARTIN MYSTERE. COME E’ NATA L’IDEA DI QUESTA MINISERIE?

Grazie a voi dell’invito. E’ un piacere per me essere vostro ospite. Le ‘Nuove Avventure a Colori’, come dichiarato più volte anche da Alfredo Castelli, in realtà sono nate da una proposta per la realizzazione di una serie televisiva che avrebbe dovuto avere come protagonista Martin Mystère che non è mai andata in porto. Il BVZA si era mosso in quest’ottica ripensando al detective dell’impossibile in una nuova veste più moderna, dandosi una serie di ‘paletti’ perché il contenuto potesse essere reso più agevolmente in termini televisivo/cinematografici. Un lavoro che rischiava di andare perduto e che invece, grazie all’okay di Davide Bonelli, è stato utilizzato per le NAC. Alfredo, di cui tutto si può dire tranne che non sia un incredibile innovatore, ha deciso quindi di condividere queste sue considerazioni sul personaggio con una larghissima platea di collaboratori della testata classica, altri autori e curatori della Casa editrice, dando voce persino ad alcuni lettori dell’AMys invitati a partecipare al primo incontro. Da questo punto in poi alcuni autori singolarmente e altri in gruppi formatisi spontaneamente hanno iniziato a lavorare e a presentare i loro dossier. Alfredo ha raccolto gli elaborati, valutato il materiale e continuato un dibattito serrato in riunioni sempre più ristrette, fino a dare l’incarico al gruppo degli attuali ‘Mysteriani’.

martin mystere nac 4

COME HAI SPESSO SOTTOLINEATO, ALLA BASE DI QUESTO LAVORO TROVIAMO L’APPORTO FONDAMENTALE DI ALFREDO CASTELLI, IL CREATORE DEL BUON VECCHIO ZIO MARTY. COME E’ STATO PER VOI LAVORARE A QUESTE NUOVE STORIE SOTTO LA SUA DIREZIONE?

Devo dire che anche in questo Alfredo ha dimostrato tutta la sua genialità. Superata la prima fase di definizione delle caratteristiche principali della serie infatti si è defilato elegantemente, lasciandone la cura al bravissimo Giovanni Gualdoni e intervenendo solo in seconda battuta sopratutto sugli aspetti grafici della testata. Temeva, a ragione, che se fosse stato molto presente nello sviluppo dei contenuti avrebbe inevitabilmente riportato la figura di Martin sui binari lungo i quali da più di trent’anni viaggia spedito. Fare un doppione della serie classica non avrebbe avuto senso e bisognava lasciare spazio al nuovo. Lui, coraggiosamente, l’ha fatto.

QUESTO MARTIN SEGNA UN PRECISO DISTACCO DALLA CLASSICA FIGURA CHE SIAMO ABITUATI A VEDERE SULLE PAGINE DELLA SERIE REGOLARE. QUAL E’ STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NEL DARE UNA NUOVA VITA A MARTIN?

Potrei dire… tutto! Il personaggio è stato, come dice Castelli, re-ingegnerizzato. La missione era scriverlo come se fosse nato oggi e contemporaneamente rispettarlo fino in fondo nel suo carattere e nei suoi valori fondanti. Considerata l’importanza che ha avuto MM nell’evoluzione nella storia della Bonelli c’è stato di che sentirsi i polsi tremare. La questione in realtà è più ampia e non riguarda solo Martin Mystère. I personaggi bonelliani ‘classici’ come Tex o Zagor vivono in un mondo che, per quanto a posteriori possa essere rivisto e reinterpretato modernamente, rimane cristallizzato in un’epoca lontana o addirittura in un luogo di fantasia come ad esempio è Darkwood. Mister No ha rappresentato un primo passo verso la modernità, pur se relegata in un’ambientazione come quella amazzonica che in qualche modo appare come separata dal mondo che la circonda. Martin Mystère invece è il primo vero eroe postmoderno della Sergio Bonelli Editore, con tutte le conseguenze che ciò comporta. Essendo inserito nel flusso della contemporaneità l’ha vissuta, reinterpretata e rappresentata nel suo evolversi, ma contemporaneamente è invecchiato con essa. Le premesse che avevano dato vita al personaggio oggi non sussistono più e il rischio è che il suo ancorarsi a quei valori e a quelle caratteristiche lo rendano addirittura ‘vintage’. Occorreva una sterzata e con questa serie abbiamo tentato la via della rinascita di un personaggio classico in una nuova veste, senza toccare nulla di quanto è stato amato dai lettori in questi 34 anni di pubblicazioni e che contemporaneamente restituisse il detective dell’impossibile a una nuova generazione di lettori, vecchi o nuovi che siano.

LE PRIME DUE PARTI MI HANNO DATO L’IMPRESSIONE DI UNA CLASSICA PUNTATA DOPPIO DI ESORDIO DI UN SERIAL. QUANTO VI HA INFLUENZATO IL FORMAT DEI SERIAL NEL REALIZZARE QUESTA MINISERIE?

Molto, ovviamente. Anche perché, come detto sopra, l’idea iniziale era proprio quella di fare una serie televisiva di Martin Mystère. E’ innegabile che in questo momento storico stiamo assistendo a una straordinaria rinascita di quel genere che si chiamava, quasi a ridurne l’importanza, telefilm e che oggi in veste di serial fa concorrenza al cinema in sala. Noi Mysteriani abbiamo scientemente tentato di portare quel tipo di approccio nel format bonelliano, creando una macrotrama di 12 episodi (divisi in quattro cicli tematici di 3 uscite ciascuno) e sceneggiando poi le singole storie senza mai perdere di vista lo sviluppo narrativo complessivo dell’opera. Tutto ciò non è ovviamente una novità in senso assoluto, in Bonelli ad esempio la serie di ‘Orfani’ ha già dato il la a questo tipo di impostazione che potremmo definire ‘a stagioni’. Quello che invece crediamo sia un elemento di innovazione è che questo tipo di approccio sia stato applicato a un personaggio ‘storico’ della Casa editrice.

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DOMANDA SPINOSA. IN MOLTI HANNO CRITICATO LE NUOVE AVVENTURE A COLORI ACCUSANDOLE DI NON ESSERE FEDELI AL PERSONAGGIO ORIGINALE. COME POSSIAMO SPIEGARE LA GIUSTA CHIAVE DI LETTURA DI QUESTA MINISERIE?

Era un rischio che avevamo ben chiaro fin dall’inizio della lavorazione di questa serie, vista l’impostazione che gli stavamo dando, al quale siamo andati incontro consapevoli delle critiche che avremmo potuto ricevere. Quello che molti lettori non hanno ben compreso è che molti di questi aspetti erano stati decisi fin dall’inizio proprio da Castelli. La ‘traduzione’ del personaggio in un contesto attuale avrebbe inevitabilmente comportato, come dice la radice stessa della parola, a un ‘tradimento’ del character originale. Se non l’avessimo fatto ci saremmo trovati tra le mani un Martin magari più giovane, ma uguale a quello che abbiamo imparato a conoscere nella pagine della serie classica. E’ per questo che Alfredo, tra i vincoli che ci ha imposto, ha chiesto che non ci fosse Java al suo fianco, che tutte le storie fossero ambientate in Italia e che la classica, dotta eloquenza del detective dell’impossibile, talvolta quasi didascalica, fosse sostituita da dialoghi veloci e brillanti e da molta azione e dinamismo. Il Martin Mystère delle NAC è un nuovo (ex) detective dell’impossibile. Ne ripropone le caratteristiche principali, il carattere, l’ambito narrativo di riferimento, i temi. Ovviamente non è la fotocopia di quello classico, anzi è molto diverso. Ma è proprio qui che sta, secondo noi, l’elemento di interesse.

QUESTO 2016 HA VISTO LA NASCITA DELLE NAC E DI UN’ALTRA MINISERIE IMPORTANTE IN CASA BONELLI, ANNOZERO, CHE HA RIVOLUZIONATO IL MODO DI VEDERE LA STORIA DI NATHAN NEVER. SECONDO TE QUESTO MODO DI RACCONTARE NUOVE STORIE DI PERSONAGGI “CLASSICI” PUO’ AVVICINARE NUOVI LETTORI?

Io personalmente credo che, prima ancora che per avvicinare nuovi lettori, questo sia un processo inevitabile. Lo è stato per moltissime altre icone della letteratura sia scritta che disegnata ed è giusto, a mio avviso, che si possa e si debba fare anche per le testate della Sergio Bonelli Editore senza venire accusati di lesa maestà. Il tempo logora gli attori della fantasia. Da un lato i personaggi devono rimanere se stessi per non negare l’immagine che i fan si sono fatti del loro mondo e del loro modo di essere, dall’altro c’è il rischio concreto che rimangano intrappolati in un universo anacronistico allontanando i nuovi lettori che vorrebbero leggere le loro avventure. La misura della forza dei grandi fenomeni della letteratura, del cinema e anche del fumetto è quante volte sono rinati in una nuova veste rimanendo sempre loro stessi. Pensare di rinchiuderli in una sorta di sancta sanctorum narrativo, incorruttibili nel ripetere ossessivamente i loro clichet, nella mia personale visione significa ucciderli poco a poco.

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ABBIAMO NOTATO COME SUI SOCIAL TU SIA PRESENTE, QUANTO DEDICHI ALLA SPIEGAZIONE DEL LAVORO FATTO SU QUESTA MINISERIE. PeR TE QUANTO CONTA LA COMUNICAZIONE CON I TUOI LETTORI?

Uno dei ruoli che noi Mysteriani ci siamo assunti all’uscita della serie è stato anche quello di supportare la gestione della comunicazione dal lato social, cercando di rispondere ai lettori e alle tante domande che sono state rivolte alla redazione attraverso la pagina ufficiale su Facebook e su quella degli AMys. E’ stata la prima volta che ho affrontato un lavoro così massiccio sotto questo aspetto, ma è stata un’attività che ho trovato interessantissima e che ho affrontato con entusiasmo. E’ una modalità nuova, diretta e senza filtri di rapportarsi con i lettori e per quanto non siano mancate delle intemperanze io la vedo in una luce positiva. A volte forse può lasciare perplesso il tono con cui alcuni appassionati si rivolgono agli autori. D’altro canto questi sono rei di aver lavorato su un personaggio a cui tengono tantissimo e che rappresenta una specie di feticcio al quale, per nessuna ragione al mondo secondo loro, si dovrebbe permettere a qualcuno di mettere mano. Il più delle volte però, ragionando e motivando i perché delle scelte che sono state prese, siamo riusciti a far arrivare lo spirito con cui ci siamo avvicinati a questo impegno e il fatto che, in fondo, siamo tutti dallo stesso lato della barricata, mossi comunque dall’amore e dal rispetto che proviamo per il Buon Vecchio Zio Martin.

FIN’ORA ABBIAMO PARLATO DI NAC, ADESSO VORREI SAPERE QUALCOSA SUL TU PERCORSO NEL MONDO DEI FUMETTI. TI RICORDI LA PRIMA LETTURA CHE TI HA FATTO INNAMORARE DI QUESTO MONDO?

I fumetti hanno fatto parte della mia vita fin da quando ero molto piccolo e sono stato un lettore accanito prima ancora di capire cosa c’era scritto nei baloon delle pagine che sfogliavo. Ho iniziato già prima dei 3 anni, nei primi anni ’60, con le avventure di “John e Solfami” pubblicate dal Corriere dei Piccoli e poi via via con il Giornalino e molti altri. Quando avevo 6 anni e avevo ormai imparato a leggere e scrivere in Italia la Corno iniziò a pubblicare gli albi dei supereroi Marvel e mi appassionai immediatamente, acquistando regolarmente quasi tutte le serie che tutt’ora conservo gelosamente, a partire dal numero 9 di Devil ‘Il duca di Lichtembad’ che ho praticamente imparato a memoria.

QUAL E’ STATO IL TUO PRIMO LAVORO IN QUESTO SETTORE?

Ho avuto la fortuna di iniziare a lavorare nell’editoria quando ero molto giovane e frequentavo ancora il liceo. A 16 anni iniziai a collaborare con la casa editrice cattolica torinese Elledici, per cui realizzavo vignette umoristiche per degli opuscoli per ragazzi. Venivo retribuito in… materiale per il disegno. All’epoca era molto costoso! I primi fumetti li ho pubblicati negli anni ’80 per Mondadori con Studio Metropolis, l’agenzia diretta dall’attuale direttore del Museo del Fumetto di Milano Luigi Bona. Era una lunga serie di biografie a fumetti delle star della musica di quel tempo, da Michael Jackson a Madonna, per la rivista ‘Dolly’ di cui realizzai testi e disegni con Lorena Franceschini. Il vero debutto avrebbe dovuto essere con Star Comics. Il compianto, e mi piace ricordarlo in questa occasione, Ade Capone mi aveva scelto con Francesco Rizzato per entrare a far parte dello staff di Lazarus Ledd. Contemporaneamente però avevo continuato a fare le prove per disegnare Nathan Never e nel 1993 finalmente ebbi l’occasione giusta. Antonio Serra, mio mentore e oggi amico carissimo, mi scelse per realizzare il secondo albetto di Legs Weaver ‘Miraggi’ sceneggiato da Michele Medda. Lasciai dunque il mio ruolo in Star, dove furono gentilissimi e non mi crearono alcun problema in questo senso, e iniziò il mio percorso professionale in Bonelli che continua ancora oggi.

martin mystere matilda briggs

OLTRE AL TUO LAVORO CON NAC, QUALI SONO I TUOI PROGETTI FUTURI?

Molti, forse persino troppi e alcuni di cui ancora non posso parlare apertamente. Due importanti attività riguardano Bonelli, hanno a che fare con il mondo della letteratura e ne sentirete parlare a breve. Altri vanno nella direzione dei libri per ragazzi e anche di questi credo che avrete notizia nei prossimi mesi. Da circa due anni a questa parte infatti, assieme all’amico sceneggiatore Mirco Zilio, siamo entrati a far parte del gruppo di ‘Book On A Tree’, una sorta di comunità di scrittori, disegnatori e creativi che ha sede in Inghilterra a Reading ed è guidata da un’autentica star di questo settore che risponde al nome di Pierdomenico Baccalario. L’anno prossimo uscirà per la serie regolare di Martin Mystère un episodio che attualmente sto inchiostrando e che ho scritto con l’amico ‘mysteriano’ Ivo Lombardo, dal titolo provvisorio ‘Matilda Briggs’. Rivedremo in scena Sherlock Holmes e alcuni personaggi apparsi nel numero intitolato “Aria di Baker Street” che in molti, credo, ricorderanno. Una cosa che posso già annunciare e di cui vado particolarmente fiero è la collaborazione con il Dipartimento di Comunicazione dell’Istituto Universitario Salesiano di Venezia (IUSVE) per il quale terrò da febbraio prossimo un corso complementare di fumetto per gli studenti della triennale. Un rapporto che pare destinato a crescere ulteriormente.

SE DOVESSI CONSIGLIARE UN GIOVANE DISEGNATORE O SCENEGGIATORE, QUALI INCORAGGIAMENTI VORRESTI TRASMETTERE?

Quella dell’autore di fumetti è un’attività faticosa e impegnativa. Io consiglierei due cose sole. La prima è non pensare che sia un lavoro con cui si fanno i soldi facilmente perché, tranne rarissimi casi, non è così. La seconda è leggere molto, perché una delle cose che noto è che tantissimi ragazzi vogliono fare i fumetti ma loro per primi non li conoscono.

DA QUALCHE TEMPO SI LEGGONO PARERI CONTRASTANTI SULLA SORTE DEL FUMETTO, SPECIALMENTE QUELLO NOSTRANO. DA ADDETTO AI LAVORI, QUAL E’ LA TUA OPINIONE?

Il fumetto anche in passato ha attraversato storicamente dei momenti di grande difficoltà sia sul piano commerciale che creativo. Sono state crisi dalle quali però è sempre riuscito a risollevarsi. E’ quindi un genere in grado di rigenerarsi autonomamente, rinascendo sotto altre forme e cambiando pelle di volta in volta in funzione delle necessità. Chi come me c’era in quel periodo può ricordare come negli anni ’80 il fumetto italiano abbia vissuto una delle sue pagine più difficili, schiacciato dall’avvento della TV commerciale e da una quantità di contenuti per ragazzi di ottima qualità e offerti gratuitamente, o meglio supportati dalla vendita degli spazi pubblicitari. Credo che quello che stiamo attraversando oggi con l’avvento di internet sia qualcosa di simile, con una differenza sostanziale. Allora il sistema di vendita, cioè in sostanza l’edicola, reggeva ancora e stavano sorgendo le prime fumetterie che affiancavano questo canale ampliando ulteriormente l’offerta al pubblico. Oggi invece è quello che sta venendo meno è quello che nel gergo del marketing viene chiamato ‘il modello di business’. Le edicole, spesso bistrattate ma in realtà rappresentanti di una rete commerciale incredibilmente vasta e capillare di punti vendita in Italia, si riducono sempre di più di numero e sono sempre meno frequentate. Un processo che è accaduto rapidamente e che non ha visto, secondo me, una capacità altrettanto veloce di risposta da parte delle case editrici nel prendere adeguate contromisure che non fossero esclusivamente quello di produrre nuovi contenuti e nuove proposte, mentre il vero problema era la distribuzione e la visibilità. Io credo che stiamo vivendo una repentina inversione di tendenza in questo senso e che tutti gli attori di questo mercato siano ormai consapevoli che, se non si vuole che il fumetto venga marginalizzato sul mercato dei contenuti editoriali, occorre ragionare globalmente. Sono fiducioso che questo rinnovato slancio possa dare buoni risultati a breve termine.

martin mystere matilda briggs

INFINE UNA DOMANDA CHE CI RAPPRESENTA IN PIENO! QUAL E’ LA TUA DEFINIZIONE DI NERD? E TU TI CONSIDERI TALE?

Il significato del termine nerd è molto cambiato nel tempo e, grazie anche alla fiction che ha raccontato questo fenomeno, ormai la definizione si è allargata a dismisura e abbraccia atteggiamenti diversi. Viviamo in un tempo in cui forse un po’ tutti lo siamo, ogni qualvolta ci dimostriamo ossessivamente interessati o informati di cose, in teoria, di poco conto. Ed è così anche per me. Sono nerd quando mi ritrovo a parlare per ore di una serie televisiva, di un film o di un libro, ma non è mai stata solo ed esclusivamente questa la mia vita. In fondo trovo che questo fenomeno sociale ci abbia fatto ricordare che la narrazione, la fantasia non sono cose da bambini o inutili, ma parte integrante della natura umana.

Questa chiaccherata con Andrea ha portato alla luce molte delle curiosità legate alla nascita delle NAC e alla loro dimensione. Ma sempre parlando di curiosità, avete notato le tavole che accompagnano l’intervista? Se non ci avete badato, vi invito a ripercorrere la pagina, perché avreste modo di vedere un nuovo, importante personaggio nelle NAC, Valentina Ventura, che ….dovrete scoprire a partire dal quarto numero, La melodia che uccide, in edicola dal 4 febbraio! Ringraziamo i Mysteriani e Sergio Bonelli Editore di averci consentito di mostrarvi in anteprima queste tavole!

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