It – Capitolo due – Recensione in anteprima

3 Set 2019

Sono stato invitato all’anteprima di It – Capitolo due, lo scorso 26 Agosto. E’ stata una visione molto lunga (poco meno di 3 ore), e il ricordo più vivido che ho di quella giornata è quello di me che, preso dal panico di perdere l’ultima corsa della metro, mi affanno correndo come un matto dal cinema alla stazione più vicina. Eppure, se provo a scavalcare il ricordo della terribile corsa fra la calura appiccicosa che solo una notte come quella di Roma sa darmi, posso affermare con una certa rilassatezza di avere ben presente cos’è il secondo capitolo di It, e anzi… Considerando il fatto che ormai una settimana è trascorsa, posso garantirvi anche di riuscire a parlarne con una certa freddezza mentale. Con lucidità, ecco.
Dunque, cominciamo.

Si torna a Derry, tiepida cittadina del Maine immaginata dal nostro caro Stephen King, autore del romanzo di It. Il film non esita neanche un secondo e in men che non si dica, lo spettatore comprende subito come It (o Pennywise), il noto pagliaccio/male incarnato, sia nuovamente sotto le luci della ribalta, pronto a far incetta delle anime di grandi e piccini. Il club dei perdenti, i tanto apprezzati ragazzini che nel primo capitolo avevano fronteggiato la minaccia del clown malefico, si riuniscono nel tentativo di ostacolare e sconfiggere (si spera una volta per tutte) il loro vecchio nemico.

L’incipit del film, come è ovvio che sia, riprende da dove avevamo lasciato il primo capitolo, con lo stesso stacco temporale (per forza di cose arrangiato ai giorni nostri), e riesce più che dignitosamente nel ricalcare quello che è un adattamento cinematografico scritturalmente abbastanza fedele. I lettori del romanzo, infatti, ne rimarranno alqiuanto compiaciuti. Momenti importanti, da un lato difficili da trasporre dalla carta alla pellicola senza impoverirli, troveranno la giusta corrispondenza in scene che incastrano bene il tutto, dando all’adattamento in questione un senso di onore verso l’opera originale senza rinunciare comunque ad una messa in scena e una visione piuttosto attuali.

Purtroppo però, se il merito di Muschietti è quello di aver affibbiato lo script a Dauberman che effettivamente ha scritto un adattamento gradevole, il demerito va forse attribuito alla sua regia stavolta non troppo esaltante, e in generale a un non osare che porta il film a non allontanarsi del tutto dalle sue zone di comfort. In primis, se cercate un orrore che sappia farvi accapponare la pelle o che voglia scendere in profondità, siete avvertiti: tolta qualche scena gore e una sequela infinita di jumpscare, non avrete molto di più dal film in questione. Qui Muschietti fa il primo passo falso, dando una visione di It che replica quanto visto nel primo capitolo, portando lo spettatore a non stupirsi poi tanto, neanche quando il clown si cimenta nella sua espressività più terrorizzante. Le dinamiche non conducono, inoltre, il personaggio di It a mostrarsi interamente per quello che è, dando l’impressione (soprattutto a chi ha letto il romanzo) di trovarsi di fronte ad un adattamento sì abbastanza convincente, ma che non fa vedere per intero la parte più interessante sul finale. Detto ciò, ci tengo a precisare che non ci si trova di fronte a un finale monco: tutto è mostrato e anche con una certa precisione. Anzi, a dirla tutta, per durare quasi tre ore il film tiene anche lo spettatore attento allo schermo, ma sul finale e in generale rispetto al personaggio di It, chi di dovere avrebbe certamente potuto fare di più. Si ha la netta sensazione che Muschietti, avendo mostrato un It nuovo ma allo stesso tempo classico, interessante e molto inquietante col primo capitolo, si sia un po’ adagiato in questa seconda parte, dando a chi guarda un sapore di già visto. Al di là di ciò, ci si trova al cospetto di un cast molto buono, eppure poco ispirato. Si passa da una Jessica Chastain abbastanza mediocre ad un James McAvoy la cui prova attoriale priva di mordente non eleva l’importanza del suo personaggio, Bill, il fratello del povero Georgie. Ciò però contribuisce a innalzare altre figure, come quella di un Bill Harder che col suo Richie Tozier ci presenta un personaggio divertente e interessante. A contornare il tutto vi è un montaggio sonoro che non passa certo in sordina. Infatti è grazie a un reparto audio ben architettato che il film riesce comunque a tener sempre viva l’attenzione nello spettatore, e a farlo saltare dalla sedia quando serve.

CONCLUSIONI: It - Capitolo II concede allo spettatore una visione gradevole, capace di intrattenerlo con una certa dignità e regalando comunque quelle due o tre emozioni che valgono il prezzo del biglietto. Al di là di questo e nonostante detenga un adattamento soddisfacente, il film non si allontana dalle zone di comfort del primo capitolo, e appesantito da un cast poco ispirato, potrebbe risultare un esperienza dimenticabile.

VOTO FINALE: 6

SCHEDA FILM

  • USCITA: 6/9/2019
  • GENERE: Horror
  • REGIA: Andrés Muschietti
  • DURATA: 169 min
  • SCENEGGIATURA: Gary Dauberman
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