Klaus: le origini di Santa Claus – Recensione

LE ORIGINI DI BABBO NATALE IN SALSA GRIMM

25 Nov 2017

Natale è ormai alla porte, anzi quest’anno sembra incominciato prima del solito per via di tutte queste pubblicità, in TV e su Internet, che ci stanno martellando la testa a riguardo. Il Natale è forse la festività più nostalgica di sempre, passano i soliti film (sì, una Poltrona per due, sto guardando proprio te), i pranzi/cene in famiglia, ma soprattutto i regali. Presenti che, da piccini, pensavamo fossero portati da Babbo Natale, mentre ora guardando i nostri fratellini/cuginetti/figli/nipotini pensiamo all’innocenza di quell’idea. Ormai siamo cresciuti e Babbo Natale non è che un vecchio ricordo sbiadito, ma in ciò ci viene in aiuto Klaus, scritto da Grant Morrison, disegnato da Dan Mora, edito da BOOM! Studios e portato qui da noi in un comodo ed elegante cartonato soft touch da Panini Comics.


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Non penso ci sia il bisogno di presentare Grant Morrison, autore scozzese che anche il lettore più occasionale avrà sentito nominare almeno una volta. Ha rivoluzionato l’industria del fumetto con titoli come The Invisibles, Animal Man, Doom Patrol, Multiversity e tante altre produzioni supereroistiche e non, che sicuramente non possono mancare nella libreria di un lettore appassionato. Dan Mora, invece, è un artista che ha già preso parte a diversi progetti (principalmente come cover artist) di major come Marvel e DC Comics, ma ha anche collaborato ad alcune serie per BOOM! .

Klaus - dan_mora-grant_morrison
Da sinistra verso destra: Dan Mora e Grant Morrison

Morrison è un autore noto anche per come decostruisce e ricostruisce determinati concetti all’interno delle sue storie, Klaus ne è un esempio lampante. In questo caso, l’autore scozzese gioca con la figura di Babbo Natale, plasmandone delle origini fiabesche, un po’ come quelle dei fratelli Grimm. L’autore dimostra di aver fatto i compiti a casa e studiato le leggende norvegesi, andando a scavare anche nell’etimologia dei termini e dei miti che poi hanno definito la figura di Santa Claus.

E’ il periodo di Yule nel paesino di Grimsvig, una festività invernale per la quale i bambini ricevono regali e ci si riunisce in grandi abbuffate, ed è proprio durante questa festa che Klaus fa il suo ritorno nella cittadina. Dopo anni passati a vivere al di fuori delle mura, il protagonista si ritrova sorpreso nel notare come, in un periodo di festa, Grimsvig sia spenta e smorta: le vie sono completamente vuote così come le birrerie. Tale cupezza è causata dal barone Magnus, regnante del paese e personaggio subdolo e incattivito che obbliga tutti i cittadini maschi adulti a lavorare senza sosta nelle miniere del paese, mentre ai bambini viene strappato qualsiasi giocattolo perché il giovane e capriccioso principe possa trarne divertimento. Klaus, sbigottito dalla tirannia di Magnus, decide di reagire a questa tetraggine cercando di ridare speranza ai cittadini di Grimsvig, ma non senza l’aiuto di alcuni spiriti benevoli. Il giorno a seguire Klaus lascia davanti alle porte di ogni famiglia dei doni, dei giocattoli per i bambini, ma anche questo speranzoso gesto viene fermato dal barone e i suoi soldati, che iniziano a dare la caccia a questo fantomatico benefattore.

Klaus 1

Come avete modo di leggere, la sinossi è molto fiabesca: il regnante malvagio, un popolo oppresso, l’eroe portatore di speranza, insomma, le basi di un racconto di questo tipo ci sono tutte. A ciò però, Morrison integra le origini di elementi natalizi che ai giorni nostri sono diventati un simbolo di questa festività, dalle letterine a Babbo Natale all’albero illuminato. La storia non è tutta rose e fiori, come in ogni fiaba che si rispetti un po’ di sana violenza non manca, mai però in maniera esagerata, anzi ben dosata e necessaria per rendere il tutto più maturo e accattivante. Klaus non è un eroe senza macchia come Superman, assassinare dei soldati del barone non lo fa dubitare della sua moralità. Morrison non ci lascia all’oscuro nemmeno del background dei personaggi principali, anzi con dei flashback arricchisce la storia e ci svela pian piano più dettagli sul passato di Klaus e sul suo rapporto con la cittadina di Grimsvig. Ovviamente il finale è un “vissero tutti felici e contenti”, ma allo stesso tempo non si tratta di una vera conclusione, ma dell’inizio del mito di Babbo Natale. Una sorta di Anno Uno per il personaggio, mettiamola così.

Klaus 2

Della parte grafica è difficile lamentarsi, Dan Mora ha uno stile che combinato alla sua colorazione forma un’accoppiata vincente. Tutto è più luminoso quando Klaus è al centro dell’azione, mentre le tavole diventano più scure quando il barone Magnus mette in atto la sua cattiveria. Anche la composizione delle tavole è sempre varia, con soluzioni narrative molto interessanti e splash page che danno ampio respiro alla narrazione.

CONCLUSIONI: Klaus è un fumetto a cui è facile approcciarsi, consigliato anche a chi raramente legge fumetti oppure cerca solo qualcosa per distrarsi senza metterci troppa testa. Il nome di Morrison non deve spaventare, anzi se cercate un fumetto in pieno stile “morrisoniano” puntate ad altre sue produzioni. Klaus è una storia molto classica e che si lascia leggere con piacere, accompagnata da un ottimo comparto grafico. Una fiaba matura e curata in ogni suo dettaglio, che centra appieno l’obiettivo di dare un origine agli elementi caratteristici del Natale e che di sicuro non stonerebbe come regalo da far trovare sotto l’albero.

VOTO FINALE: 7

SCHEDA FUMETTO

  • DATA RILASCIO: 23/11/2017
  • SOGGETTO: Grant Morrison
  • SCENEGGIATURA: Grant Morrison
  • DISEGNI: Dan Mora
  • COLORI: Dan Mora
  • CASA EDITRICE: Panini Comics
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