MANIFEST DESTINY vol. 1 – Recensione

FLORA E FAUNA

31 Gen 2017

L’America ha sempre avuto una molla nel proprio DNA: l’esplorazione. Fin dagli albori della sua civiltà, gli Stati Uniti si sono spinti oltre i limiti per esplorare ed espandere i propri confini, ed il primo passo è stato quello di farlo sul proprio continente, con un’impresa leggendaria: la spedizione di Lewis e Clark. Nata come una riposta ad una paura, quella dell’esplorazione francese della costa pacifica, questa missione venne organizzata dal presidente Jefferson, che decise di inviare un piccolo drappello di uomini, comandati da Meriwether Lewis e William Clark, alla scoperta delle terre che separavano Pacifico e Atlantico; si tratta di uno dei capisaldi della cultura americana, una storia eroica e usata spesso come metro di giudizio nella cultura statunitense per indicare la temerarietà di un progetto. Ma siamo sicuri che la storia ci abbia tramandato la verità di quanto accadde?


UNA VISIONE INNOVATIVA E FANTASTICA DELLA STORICA IMPRESA DI LEWIS E CLARK!


Da questa domanda, Chris Dingess ha deciso di raccontare l’impresa Lewis-Clark secondo una diversa visione storica, meno epica e più virata all’horror, creando Manifest Destiny.

La storia segue l’iter noto, almeno nelle motivazioni e negli intenti, ma ben presto si discosta da quello che conosciamo. La voce narrante è quella di Lewis, che rappresenta la mente scientifica ed esploratrice della spedizione, mentre a Clark è affidato il ruolo del comandante militare; saliamo a bordo della loro nave mentre stanno per giungere alla prima tappa del loro viaggio, precisamente il 23 maggio 1804. Fin dalle prime pagine si vede come l’intendo di Dinges non sia quello di raccontare l’epopea storicamente conosciuta, sfruttando il diario di viaggio di Lewis come una sorta di specchio della realtà, in cui compaiono anche i veri pensieri (e le vere motivazioni) del viaggio, ma che vengono poi accantonate in modo da far trapelare quella voce ufficiale che diventerà l’inno dell’intraprendenza americana. La componente storica viene ben presto lasciata indietro, in favore di un’anima avventurosa che sembra voler presentare una natura ben diversa da quella conosciuta da Lewis e Clark; scesi a terra per indagare su una misteriosa costruzione, il gruppo viene attaccata da una creatura che non ha nulla di umano, ma sembra uscita direttamente dalla mitologia. È l’inizio di una lotta per la sopravvivenza, che vedrà la spedizione cercare di raggiungere la sicurezza dell’avamposto di La Charrette salvo scoprire che non esiste un rifugio sicuro che possa proteggerli, costretti ad attendere l’arrivo della loro guida per proseguire l’esplorazione, l’indiana Sacagawea.

manifest destiny saldapress

Dingess decide coraggiosamente di prendere un mito americano, adeguandolo al nuovo pubblico dei comics, inserendo un aspetto di horror e avventura che lo avvicina ad altre produzioni di Image Comics o Skybound (in primis, The Walking Dead). Il tentativo principale è quello di mettere uomini di inizio ‘800 in lotta con mostri che le armi dell’epoca possono fronteggiare solo in parte, costringendoli principalmente a mettere in mostra i propri coraggio e determinazione; Dingess inserisce alcune nozioni della stroia del periodo, come la sfiducia nei francesi o il razzismo verso i neri o e gli indiani, o anche la scelta del linguaggio, come l’uso del “voi” nei dialoghi,o una certa reticente dose di sfiducia nelle donne mascherata da finta educazione. Quando però prende il via il fulcro di Manifes Destiny, la parte avventurosa e spietata di questa serie, Dingess cala gli assi; dal ritmo frenetico ma ben gestito, alla perfetta caratterizzazione dei personaggi, con una precisa identità per ogni protagonista. Che avvenga tramite una situazione in cui il pericolo riveli la vera anima del personaggio o tramite una scelta durante un dialogo, si iniziano a intravedere quelle che sono le linee principali del carattere non solo di Lewis e Clark, ma anche di personaggi per ora secondari ma che promettono di essere sempre più importanti.

manifest destiny saldapress

La sceneggiatura di Dingess trova una degna rappresentazione nel tratto di Matthew Roberts, che inizialmente sembra quasi rifarsi ad uno stile quasi pittorico, con scelte di inquadrature che ricordano i film d’avventura classici, per poi invece quasi spingersi verso una direzione sempre più realistica e da action movie, scegliendo non solo diversi punti di vista, ma anche una gabbia in cui disegnare che si adegua al ritmo della storia, con un unico obiettivo: colpire il lettore (con successo!). Tocca a Owen Gieni colorare il tutto, in modo delicato ma con improvvisi picchi di intensità all’occorrenza, come nella parte in cui Lewis e Clark scoprono e affrontano il vero nemico di questo primo arco narrativo; in questo frangente la scelta di sfondi forti o all’occorrenza inesistenti, diventa un punto di forza sia del disegno che della trama, mostrando come il trio Dingess-Roberts-Gieni possa offrire una bell’esempio di fumetto d’avventura a tinte decisamente forti.

CONCLUSIONI: Come sempre, Manifest Destiny arriva in Italia grazie all'impegno di SaldaPress. Al momento al pubblicazione avviene in due modalità, classiche per la casa editrice: albo regolare e volume di raccolta. Noi in questo caso abbiamo letto il volume che raccoglie il primo arco narrativo, Flora e Fauna, un volume come sempre ben curato da saldaPress e che merita di finire nelle nostre librerie!

VOTO FINALE: 7

SCHEDA FUMETTO

  • DATA RILASCIO: 2014
  • SOGGETTO: Chris Dingess
  • SCENEGGIATURA: Chris Dingess
  • DISEGNI: Matthew Roberts
  • COLORI: Owen Gieni
  • CASA EDITRICE: SaldaPress
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