MORGAN LOST 17 “JEROME X” – Recensione

22 Feb 2017

Dire ogni mese che Morgan Lost sta mostrando sempre più carattere sta diventando quasi un mantra che ad ogni articolo si ripete. Ma è una realtà, le storie che si stanno susseguendo in questo periodo su Morgan Lost hanno il vizio (splendido) di alzare l’asticella della qualità, non solo come storia ma anche dal punto di vista grafico; il talento di Claudio Chiaverotti come narratore è un dato di fatto, può piacere o meno come tipologia di racconto, ma la sua mente machiavellica sforna storie sempre intriganti, complesse. Quello che a volte manca nei fumetti è una sinergia tra la mente che partorisce l’idea e la mano che deve realizzare la visione, una sensazione di occasione mancata che finora non è mai giunta nemmeno a sfiorare le pagine di Morgan Lost.

Perché anche il diciassettesimo numero, in barba a scaramanzie varia, si rivela essere un albo che sia come storia che come disegno mantiene questa linea..


UN BAMBINO, UNA MADRE DISPERATA E MORGAN ALLE PRESE CON UNA DELUSIONE SENTIMENTALE


Jerome X è un grande inganno. Lo dico con affetto e in senso buono, ma è innegabile che ancora una volta Claudio Chiaverotti riesce a farci vagare nella sua trama spinti da una sicurezza, dalla certezza di aver compreso ogni aspetto della storia, fino al momento in cui con un colpo di mano ci svela come in realtà siamo stati ingannati, ma non da lui, bensì dalla nostra mente. L’abilità di un illusionista è quella di guidare gli occhi dello spettatore in una direzione, salvo poi stupirlo con un colpo di scena che avviene in tutt’altra direzione; Chiaverotti in tal senso è un ottimo illusionista, perché riesce nell’impresa di farci tenere lo sguardo su un punto della trama piuttosto ambiguo, ossia il senso di colpa della madre del giovane protagonista e la fatica mista a rimorso di Morgan riguardo a una donna, alternando il loro struggersi come a volerlo accumunare, renderlo unico. Personalmente ci sono cascato in pieno, almeno per la prima metà della storia; come suo solito, Chiaverotti mantiene un approccio molto cinematografico, costruendo un crescendo narrativo (che annovera dramma, suspence ed ironia) che giunto alla metà dell’albo dà l’impressione di esplodere, con la apparente comparsa di un personaggio di cui non capiamo la presenza, ma che si rivela essere l’elemento catartico della vicenda, nonché essenziale per il finale a sorpresa. Se in precedenza ho paragonato Claudio a Hitchcok, per Jerome X il suo lavoro mi ricorda l’impronta di Shamalyan, con il suo parallelismo tra realtà visibile e realtà superiore.

L’elemento del ‘magico’ è un dettaglio che viene usato molto bene per mettere a confronto l’animo malinconico ma aperto di Morgan con la mentalità pragmatica e rigida di Pandora, una divergenza di opinioni che viene resa molto bene anche dal punto di vista del disegno, con la complicità di Pastrovicchio alle matite e la perfetta alternanza cromatica dei due contendenti realizzata dall’Arancia Studio. C’è però un elemento che riguarda da vicino il nostro Morgan, un aspetto che specie negli ultimi albi si sta consolidando: il suo quotidiano. Fin dall’inizio lo abbiamo visto interagire con i suoi colleghi bounty hunters, ma ho la sensazione che negli ultimi tempi si stia creando la base di quella continuity tanto desiderata (e annunciata!) che darebbe a Morgan Lost quel tocco finale. Jerome X in tal senso ha in sé un passaggio fondamentale (se aspettate che ve lo dica, mettetevi comodi perché sarà una lunga attesa!), che potrebbe rappresentare anche un notevole passo avanti nella costruzione dell’animo del protagonista.

Potevano mancare i richiami cinematografici? Ma assolutamente no! Il più evidente è il classico King Kong, quello del 1933 di Cooper e Schoedsack, con tanto di tentativo di scalata al grattacielo e intervento dell’aviazione! Inizialmente ho pensato che l’immaginario amico Nat fosse una citazione al Christopher di Brendon (l’altro ‘figlio’ di Chiaverotti) ma osservando bene lo stile del burattino e la sua influenza sul ragazzino mi ha ricordato maggiormente la marionetta di Sette anime dannate (uno storico Dylan Dog del duo Sclavi- Roi), che se ben ricordo è stata l’ispirazione grafica per lo stesso Christopher.

Prima dicevamo dell’importanza della sinergia tra autore e disegnatore. Alessando Pastrovicchio è la perfetta spalla dello sceneggiatore in tal senso, riuscendo a ritrarre in modo particolare le espressioni dei personaggi, trasmettendo in pieno i turbamenti e le loro angosce; menzione d’onore per la sua Pandora, che riesce a essere adamantina in una vignetta e subito dopo lasciar emergere in maniere incredibilmente umana la propria, umanissima fragilità. L’Arancia Studio come suo solito si esalta con la tricromia tipica della collana, operazione sempre non facile ma che è una gioia per noi lettori. Fabrizio de Tommaso realizza una copertina che gronda azione pura, una tavola divisa in due parti che sarebbe un perfetto cartellone per un action movie; piccola annotazione personale, la parte superiore della tavola vede Morgan affrontare un essere mostruoso che sembra la versione berserker di Henry ‘Hank’ McCoy, il geniale Bestia degli X-Men!

Il prossimo mese il 21 marzo ci aspetta una storia che vede protagonista la splendida Igraine, disegnata da Val Romeo, che già dal titolo promette bene: Le lacrime del diavolo!

CONCLUSIONI: Pur essendo una storia molto concreta nella sua concezione, l'elemento 'paranormale' è parte integrante della storia. Il giovane protagonista, con la sua particolarità, richiama la figura del piccolo Danny Torrance di Shining, in diversi aspetti della sua vita; il finale si manifesta come una chiusura degna di un racconto di King, con l'elemento irreale che compare quasi come la giusta definizione di questa storia, una sorta di chiusura del cerchio.

VOTO FINALE: 7.5

SCHEDA FUMETTO

  • DATA RILASCIO: 20.02.2017
  • SOGGETTO: Claudio Chiaverotti
  • SCENEGGIATURA: Claudio Chiaverotti
  • DISEGNI: Alessandro Pastrovicchio
  • COLORI: Arancia Studio
  • CASA EDITRICE: Sergio Bonelli Editore
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