THE WALKING DEAD S6 Mid season

24 Nov 2015

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THE WALKING DEAD:  ALEXANDRIA È DAVVERO SICURA?

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Giunti alla sesta stagione di una serie il pericolo della noia è dietro l’angolo, il ripetersi di situazioni già vissute è un rischio non troppo remoto, ed anche The Walking Dead deve affrontate questo scoglio.

Uno dei difetti della serie è sempre stato quello di avere un’impostazione piuttosto statica, fatta di una certa ripetitività nello stile narrativo, mitigato da un ritmo solo apparentemente altalenante ma in realtà ben congeniato per tenerci con il fiato sospeso.

E poi arriva la sesta stagione, e tutto viene ribaltato.

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IN UNA STAGIONE AVERE GIA’ DUE OTTIMI EPISODI NELLA PRIMA META’ E’ UN SEGNO CHE LA SERIE E’ ANCORA VIVA E CON MOLTO ANCORA DA DIRE

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Se all’inizio della stagione avevamo visto come alcuni personaggi venivano messi di fronte ad una scelta di rinascita, giunti al giro di boa della mid season possiamo finalmente vedere i progressi di questa nuova occasione.

Sembra che la solita e consolidata strategia narrativa del “trova il rifugio-difendi il rifugio-perdi il rifugio” non sia così adamantina in questa stagione; a dare un senso di nuovo ci sono due puntate molto particolari.

Fate molta attenzione, se non siete arrivati almeno alla quinta puntata non andate oltre nel leggere, non vorrei rovinarvi qualche sorpresa!

Il crescendo in questa stagione non inizia tardi come di solito, ma anzi già la seconda puntata comincia a dare degli scossoni allo spettatore, e ai protagonisti! L’assalto dei lupi sembra voler destabilizzare la tranquillità raggiunta a fatica dalla comunità di Alexandria, ma non è solamente questo aspetto che rende interessante The Walking Dead; finalmente anche i protagonisti più duraturi della serie iniziano a dover fare i conti con la durezza della vita nel mondo dei sopravvissuti.

Lo confesso, non sono un sentimentale, ma vedere in Grazie come Glenn incontra il suo destino è davvero toccante, complice anche una musica evocativa, opera del sempre inappuntabile Bear McCreary. Per le prime puntate di questa stagione Glenn ha cercato i tutti i modi di aiutare Nicholas a fare pace con se stesso, a diventare un punto fermo della nascente comunità; questa sua ferrea convinzione non conosce dubbi, rimane salda al punto che il ragazzo non si accorge di come il suo caso umano sia oltre il possibile recupero, è come se fosse rotto dentro! Proprio alla terza puntata Glenn dovrà pagare il conto di questa sua missione; messi alle strette in una situazione priva apparentemente di scampo, la psiche e l’anima irreparabilmente devastati di Nicholas cedono definitivamente. In quel momento Nicholas sceglie la fuga definitiva, si arrende e decide di suicidarsi, al fianco di Glenn che viene spinto dal cadavere in mezzo ad un’orda che se ne ciba; è fin’ora il momento più intenso e struggente non solo della stagione ma probabilmente dell’intera serie.

[/vc_column_text][vc_custom_heading text=”Glenn rappresenta da sempre l’anima più umana della serie
” font_container=”tag:p|font_size:14|text_align:center|color:%23dd3333″ google_fonts=”font_family:Roboto%20Slab%3A100%2C300%2Cregular%2C700|font_style:400%20regular%3A400%3Anormal”][vc_single_image image=”11044″ img_size=”full” alignment=”center”][vc_column_text]

Ma la redenzione è alla base delle puntate di questa nuova infornata di episodi.

Come Rick ha avuto la sua possibilità, anche altri stanno provando a rimettere in piedi la propria vita; è un’occasione offerta a tutti, ma il requisito è essere forti, decisi e saper cogliere la propria chance.

È in Qui non è qui che finalmente vediamo il percorso di redenzione più intenso ed emozionante, quello di Morgan. Lo avevamo lasciato solo, in cerca di una nuova vita, ma mosso da rabbia e odio; all’inizio della stagione ricompare sulla scena, diverso, quasi un monaco asceta nel suo voler mantenere disperatamente la propria umanità. Il mistero di questo suo nuovo stile di vita appare nel quarto episodio, in cui Morgan racconta a un prigioniero dell’assalto come un nuovo stile di vita possa esser possibile, anzi da desiderare e niente meglio di una testimonianza diretta può aiutare. È l’occasione per poter presentare a noi spettatori il suo percorso personale di rinascita, ad opera di un personaggio estremamente positivo e interessante, che avrebbe meritato una maggior rilevanza all’interno della stagione.

Eppure nonostante il suo breve interludio, Eastman diventa un personaggio chiave del serial, è l’artefice del primo passo nel percorso di rinascita che caratterizza la sesta stagione. È il suo atteggiamento positivo che cambia Morgan, lo addestra nell’aikido e lo spinge a cercare una approccio nuovo alla vita, senza rinunciare alla propria umanità; rispettare ogni vita, senza uccidere se non costretti, evitando che siano paura e sospetto, odio e rabbia a guidare le nostre azioni. In una sola puntata Eastman, con i suoi insegnamenti e la sua stessa morte danno ad un personaggio chiave del serial una nuova anima.

[/vc_column_text][vc_custom_heading text=”La nuova vita di Morgan inizia da questo incontro
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Grazie e Qui non è qui sono le due puntate focali della prima metà della stagione in corso, profonde e decisive per l’intero percorso di The Walking Dead.

Si sono presentati anche momenti in cui altri main characters come Daryll o Michonne mostrano un inziale processo di crescita, iniziando a dubitare di idee fin’ora per loro sicure ed immutabili, pronti a dare vita a nuovi, innovativi scenari che ci accompagneranno al termine della stagione!

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  • GENERE: Horror
  • CREATORE: Robert Kirkman, Frank Darabont
  • NETWORK: FOX

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