VELOCE COME IL VENTO – Recensione

UNA STORIA DI LIVELLO INTERNAZIONALE

4 Apr 2017

Una storia raccontata magari in un bar o in qualche box di una scuderia di auto da un vecchio meccanico professionista nel campionato italiano GT. La storia vera e romanzata del pilota di rally Carlo Capone nel film Loris (Accorsi).

Loris ex pilota di rally è ormai un tossico dipendente e vive in una roulotte fuori città, fino a quando non muore il padre che è padrone di una scuderia iscritta al campionato GT. Loris torna per dividere la casa con la sorella di diciassette anni e pilota in attività appunto per i colori di famiglia. La situazione è assai complicata: c’è il terzo fratello piccolo di circa 11 anni, la madre è scappata e nessuno sa dove, il casolare di famiglia ipotecato dal padre per continuare a competere al gran premio GT, nessun altro soldo da parte. Insomma situazione intricata e complessa. La ragazzina pilota provetto(Matilda De Angelis) non può tenere il fratellino ed allora è costretta ad avere a che fare con Loris.


VELOCE COME IL VENTO È UN FILM DI PROVINCIA E GIRATO IN PROVINCIA MA CON UNA STORIA SUPER INTERNAZIONALE E VERAMENTE OTTIMA


Da lì in poi fra scazzi e litigi e con l’aiuto di Tonino meccanico fedele alla famiglia continuano il campionato e le gare. Anche perché l’unico modo per riscattare la casa è arrivare primi. Loris si lascia con la fidanzata tossica e diventa il super allenatore di Giulia che vince e convince. All’ultima gara sono lizza per vincere il campionato, ma il tossico Loris ne combina una grossissima la sorella per salvarlo dai guai si rompe una gamba e non può gareggiare, campionato perso e casolare anche. Loris non si vede più, il fratellino finisce in adozione e Giulia dai preti. Loris allora si rimette in gioco e si candida per una gara clandestina organizzata da gente ricca e potente e tratta con chi sta per prendergli la casa barattando la sua eventuale vittoria all’Italian Race(titolo inglese del film) in cambio della casa. La gara è terribile e il rischio non è perdere ma morire.

veloce come il vento recensione

Non racconto più altro per non rovinare il finale e perché voglio spendere le prossime parole per dire che il film è veramente cazzuto. Il personaggio di Loris interpretato magistralmente da Accorsi è un tossicodipendente eroinomane ben descritto, maledetto e quasi completamente negativo, egoista e deleterio, anche se sembra sempre sulla via della catarsi e il suo gesto finale è di estremo altruismo. È vero all’ultima corsa si tifa per lui e si tifa per davvero perché la storia e il film sono molto appassionanti. Quindi devo dire che il personaggio centrale è odioso e fastidioso e ingiusto ma alla fine c’è qualcosa per cui volergli bene; e forse la vita che è così? Non lo so! Ogni storia vera e originale è diversa dalle altre e dai violenti modelli di riferimento.

Brava ma non bravissima la ragazzina pilota Matilda De Angelis, ancora molto acerba e a tratti insicura, sfigura vicino ad un monumentale Accorsi: brutto, puzzolente, sporco e cattivo. Vi dico solo guardatelo e decidete voi se alla fine il film salva Loris come eroe romantico, oppure lo demonizza come perdente e negativo esempio o lo esalta come genio e sregolatezza. Io ho visto un Loris odioso e terribile che forse avrebbe anche qualcosa da dare, ma come tutti i tossici alla fine rovinano sempre tutto.
Matteo Rovere bella idea di fare questo film ti faccio i miei complimenti ufficiali e sappi che io i complimenti li ho fatti a pochissimi registi.
Il bello della storia: il racconto romanzato di una vita e che il film è la rappresentazione romanzata di un racconto romanzato eppure è tutto vero: Eccezionale!!! La magia del cinema.

CONCLUSIONI: Basta storie americane di fenomeni da baraccone e moralisti da quattro soldi, tanto di cappello ad una storia italiana vera e spettacolare; verisimile e spigolosa; dolce ma senza lezio. Molto bene avanti così.

VOTO FINALE: 7

SCHEDA FILM

  • USCITA: 2016
  • GENERE: drammatico,sportivo
  • REGIA: Matteo Rovere
  • DURATA: 119 minuti
  • SCENEGGIATURA: Filippo Gravino, Francesca Manieri, Matteo Rovere
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