SERGIO BONELLI EDITORE: LA PASSIONE CONTINUA- N-Files

SERGIO BONELLI EDITORE : L'IMPEGNO E IL RINNOVAMENTO PER LE NUOVE SFIDE

Manuel Enrico 2 Nov 2016

Essere un appassionato di qualcosa, che sia cinema, sport o altro, ha in sè un rischio, in cui prima o poi si finisce: la perdita dell’obiettività. È il momento in cui questa passione muore, quando il semplice appassionato diventa un intransigente e borioso rompipalle che non ha più la capacità di capire e adeguarsi al mutamento inevitabile. State tranquilli, non state per leggere un atto di accusa, ma un’ammissione di colpa, perchè il rompipalle a cui mi riferivo è il sottoscritto.

Un annetto fa avevo scritto un pezzo in cui esprimevo una preoccupata e negativa visione della Bonelli, un articolo dal pessimistico titolo di  Bonelli: la fine di un mito? . Era un periodo in cui le storie di Nathan Never ( il mio Bonelli di riferimento) erano un pò sotto tono, il progetto miniserie sembrava destinato a finire, e in generale la mia visione della casa editrice milanese non era delle più ottimistiche; aggiungiamoci che alcuni dati di vendita venivano sventolati da alcuni presunti esperti, ed erano numeri davvero poco confortanti, ed ecco che il fantasma del pessimismo aveva preso il sopravvento.

Non ci sono tante parole da fare, ma una è più che sufficiente: scusate.


UN ANNO DI STORIE E FESTEGGIAMENTI HANNO DIMOSTRATO COME LA BONELLI SIA UNA FORZA SALDA E CON ANCORA MOLTO DA DIRE!


Perchè la realtà è che la Bonelli sta decisamente puntando ad una progettualità ed un impegno nei confronti del lettore che va ammirato, non stigmatizzato come un requiem. Quello che io ho preso come un crollo qualitativo era il passaggio ad una nuova vita, un ricambio generazionale necessario e che, come sempre, comporta un minimo di disagio, una fase transitoria.

Le miniserie sono state non un segno di debolezza, ma un modo di dare ai lettori una nuova modalità di fruizione di contenuti, non solo come metodo di pubblicazione, ma come varietà di personaggi, tematiche; abbiamo avuto modo di leggere Hellnoir e Ut, che sono stati dei piccoli capolavori. Ma anche all’interno delle testate storiche sono tornate storie degne di nota, con trame intriganti e disegni spettacolari; rimanendo nel ciclo di personaggi noti, abbiamo avuto la celebrazione di Nathan Never, che è stato festeggiato con Annozero e la miniserie dedicata alla fine di Omega. La qualità è stata innegabile, il sapore del fumetto di cui sentivamo la mancanza si è fatto sentire, e il rompipalle di cui parlavamo prima è stato zittito senza diritto di replica. Se avevo criticato la apparente deriva delle trame delle avventure del Musone, ora non posso che apprezzarne le ultime uscite, con un’ovazione per il coraggio di Vigna nella gestione di Annozero (quel finale è un colpo al cuore) che nella serie regolare, in cui si torna a vedere il nostro eroe in una dimensione più vicina alla sua versione classica (in modo particolare con l’ultima uscita Il viandante ).

Vogliamo parlare dei trent’anni di Dylan Dog? Il numero 361,  Mater Dolorosa è stato uno dei migliori albi dell’anno, sia per gli straordinari disegni di Gigi Cavenago che per la storia ideata da Recchioni. Affrontare in un periodo in cui il mercato del fumetto in generale sembra risentire ben due grosse ricorrenze (il 25 anni di Nathan Never e i 30 Dylan Dog) non è una sfida semplice, eppure in Bonelli hanno tenuto i nervi saldi e hanno realizzato qualcosa di spettacolare.

Ma non solo le ricorrenze hanno dato prova dell’ottimo lavoro della casa editrice di Tex e Martin Mystere (che sta per tornare con una nuova veste!). Morgan Lost, la creazione di Claudio Chiaverotti, ha rappresentato una piacevole sorpresa, che di mese in mese ha regalato delle storie emozionanti, con un taglio nuovo sia come impostazione narrativa che di colorazione, con la caratteristica tricromia nero-bianco-rosso. La passione che traspare in ogni albo di Morgan Lost (tramite disegni di artisti come Max Bertolini, Lola Airaghi o Val Romeo) sono esempi di come ogni aspetto sia curato, in modo da dare al lettore un prodotto che non solo sia vicino a ciò che vuole, ma che abbia comunque un’anima precisa che lo renda sempre più affascinante. E soprattutto il rapporto con il lettore è uno degli aspetti più gradevoli del team di Morgan Lost, una comunità che sui social è particolarmente viva e partecipe, ascoltata e coccolata dai curatori della serie.

Ma sono tante le uscite di Bonelli che hanno mostrato come il mio pessimismo fosse una mia visione distorta, un dubbio immotivato e frutto di una paura immotivata, una reticenza ad accettare il momentaneo disagio di una necessaria rivoluzione interna. Senza scomodare il trionfale lavoro di Recchioni con Orfani, sono state tante le iniziative di Bonelli che hanno mostrato come in realtà la casa editrice milanese non stia arrivando al capolinea, ma, anzi, si sia rilanciata in grande stile, con nuove uscite, la rivalutazione di vecchi personaggi rimessi in forze e rilanciati in modo tale da accontentare ogni desiderio del lettore (pensate solo alla vasta gamma di uscite dedicate a Dylan Dog!).

Quindi ora posso rispondere da solo alla mia domanda!

NO. La Bonelli non è assolutamente diretta verso la propria fine, ma anzi sta reagendo ad una situazione generale difficile con coraggio e professionalità, con in mente un solo fine: accontentare il lettore. E l’impegno è stato pagato, gli eroi di Bonelli stanno offrendo una splendida prova di sè, in ogni loro veste. Lasciatemi chiedere scusa non solo a voi, che vi siete subiti il mio attimo da rompipalle, ma a tutti coloro che in Bonelli si sono impegnati per accontentare anche me. Ed è un impegno costante, fatto di fatica ma anche di soddisfazione, perchè se aveste visto in questi giorni l’affetto ricevuto dagli autori allo stand Bonelli durante il Lucca Comics avreste constatato come la Bonelli sia più viva che mai!

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